VIN@RTE è un perimetro costituito
da vite, uomo, immaginazione ed arte che viene reso tetragono dal concetto di ars quale recta ratio factibilium. Concetto estetico, espresso dalla
tomistica, in cui il “retto modo di fare” corrisponde, nell’enologia,
all’immaginazione creativa del vigneron che non forza l’uva ad essere ciò che
non potrebbe essere: la rispetta nella sua peculiarità organolettica,
l’accompagna nella sua fermentazione, ma prima, soprattutto, l’accudisce in
vigna aiutandola nella sua espressività naturale ovvero quella di fruttificare
i propri grappoli.
Il vino è un agire artistico da
parte del vignaiolo che interviene sulla materia-uva, plasmandola attraverso
gli attrezzi del mestiere per addivenire ad un’espressione figurativa, leggi
bevibilità, che “offre”, nel rispetto di una normale dinamica domanda-offerta,
alla pletora di consumatori.
È un agire difficile, oscuro ai
più (soprattutto ai consumatori di aperitivi-movida), che non conoscerà mai un
giusto valore economico. È una passione, per quei Vignaioli autenticamente V
maiuscola, che permette al consumatore di bere lo stesso viticoltore proprio in
quel bicchiere che avrà assaggiato.
È un’arte che comunica,
attraverso il vino, la cultura di un popolo, di una civiltà, di un genere,
quello umano, che ha imparato ad osservare la natura per trarne il proprio
sostentamento e la propria felicità: perché il vino è cultura e gioia altrochè
sbronze e tassi alcoolemici.
Partendo da questa prioritaria
considerazione, abbiamo pensato di far degustare il vino, così immaginativo ma
anche così reale, all’interno di un contesto artistico quale una galleria
d’arte contemporanea, fornendo così una possibile simbiosi figurativa e
materica.
Ogni mese, pertanto, verrà
offerto alla curiosità di ogni singolo un diverso produttore che di pari passo,
si accompagnerà a un artista diverso ospitato nella galleria.
Durante i vari assaggi, tre al
massimo, vi sarà così il tempo per ascoltare la spiegazione artistica delle
opere ospitate.
Il primo produttore sarà Simon di
Brazzan, alias Daniele Drius, il cui vino non è una semplice e banale equazione
di mercato, in cui le variabili sono date dalla domanda e dall'offerta.
Il frutto del suo silenzioso
agire, quel vino che avrete nel bicchiere, è il precipitato simbiotico del
vignaiolo e della natura: nessuna prevaricazione, nessuna forzatura bensì il
rispetto delle leggi dell'attesa.
Ed è così che piuttosto che
adoperare la chimica, cifra dell'intervento umano, Daniele Drius lascia operare
in simbiosi la terra e la vite, che vicendevolmente si alimentano e si
difendono da aggressioni esterne.
Nel silenzio della natura, tutto
sempre si è compiuto: nel silenzio del suo agire in vigna, nel suo essere
schivo alla ribalta di prosceni che i suoi vini comunque hanno già guadagnato
(si ricordi la recensione di Massobrio su La Stampa), Daniele propone vini di carattere, con
spalla e freschezza, aromi e profumi varietali precisi, nitidi,
indimenticabili.
Scelto per la prima di VIN@RTE
presso la Lux Art
Gallery di Trieste, verranno assaggiati il Blanc di Simon (tratto da uva
Friulano), il Sauvignon e l’uvaggio Rinè Blanc (blend di Pinot Bianco, Sauvignon,
Malvasia e Traminer).