Trattasi della Vitovska, che presenta grappolo di taglia grande a forma di piramide. Provvisto di ala, si presenta compatto con acini sferici di media grandezza e buccia spessa. Vinificata, risulta tenuamente gialla paglierino. Profumo delicato ed elegante, non è intenso con rimandi a fiori di campo, direi. Non pervasiva al gusto, possiede una buona vena di acidità ed una ricca sapidità che pulisce la bocca.
Su queste caratteristiche intrinseche, Daniele ha puntato per sviluppare l'idea di una spumantizzazione, a mio avviso, pienamente riuscita: talmente riuscita per facilità di beva e freschezze che lo ritengo una valida alternativa al "Prosecco di pianura" (quel Prosecco prodotto fuori Valdobbiadene ed Asolo, quest'ultimi luoghi "cult" del Prosecco possiedono delle caratteristiche pedoclimatiche da rendere il loro prodotto pienamente unico ed inarrivabile).
Soprattutto, risulta una specie di "riscatto" della viticoltura triestina, che proponendo una "nuova bollicina", autoctona per lo più (km veramente zero!), si rifà dello "scippo" del nome Prosecco attuato dal mondo industriale dei vini mossi: la questione del Prosecco e della sua abnorme doc, si configura, infatti, come una delle più grandi operazioni di marketing vinicolo (bravi veramente) unitamente ad una delle bolle speculative potenzialmente devastante: paragonabile, forse, a quella del mattone di qualche anno fa piuttosto che a quella dei bulbi dei tulipani nell'Olanda settecentesca.
Assaggiatela, cercatela la VITOVSKA ZERO DOSAGGIO di DANIELE ODONI

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