Il commissario Cosulich è un commissario Cosulich, che beve poco e detesta i maniaci delle degustazioni perché per lui il vino è «una cosa qualsiasi come la pasta, la verdura, la carne, le patate».
Deve scoprire l’assassino di Roberto Candido, winemaker internazionale rinvenuto morto tra i banchi dell’abbazia di Sant’Antimo a Castelnuovo dell’Abate, frazione di Montalcino.
Ad aiutarlo c’è Mastrantoni, un ispettore romanesco e romanaccio con cui lavora da vent’anni.
Cosulich, insieme all’ispettore Mastrantoni, affronta da subito con determinazione l’archivio elettronico della vittima e capisce che Roberto Candido da tempo, e fino a poco tempo prima di morire, era alla ricerca di una Verità sepolta nel cuore più profondo della terra, della terra più antica dove crescevano i primi tralci di uva, quella originaria, la Prima Uva. Giovanni Negri ci fa conoscere un commissario taciturno, che lavora molto da solo, in compagnia dei suoi pensieri.
Le storie del vino che incontra durante la sua indagine si intrecciano così con la storia dell’Uva Originaria, di antiche terre, di ricerca scientifica, di religione e, immancabilmente, di soldi e affari. L’importanza della terra, delle origini di un vitigno, della primogenitura di un vino, delle tecniche per farlo, della salvaguardia dei terreni, diventano per Cosulich tutte piste da percorrere.
E, per l’Autore stesso, imprescindibili e inesauribili fonti di conoscenza. Un «giallo di vino» con un ritmo che diventa incalzante a metà del racconto, a mano a mano che chi legge si orienta tra i tanti percorsi che può fare un tralcio di vite, compreso lo «scambio di coppia», che non è una pratica sessuale, ma la sperimentazione che prevede lo scambio tra le piattaforme ampelografiche delle zone vinicole.
E si appassiona così alla ricerca intrigante che è costata la vita al povero Roberto Candido. Una scrittura pulita e decisa con una caratterizzazione dei personaggi segnata da tratti lievi ma da mano sicura. Descrizioni che scorrono via veloci come l’Audi del protagonista, gli unici tempi lenti sono quelli dei pensieri mentre anche i ricordi scompaiono in un attimo, come la lepre misteriosa che Cosulich – e il lettore – incontrano più volte tra un capitolo e l’altro.