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martedì 22 luglio 2014

IL SANGUE DI MONTALCINO (Einaudi, pp. 284, 18,50 euro)

Il commissario Cosulich  è un commissario Cosulich, che beve poco e detesta i maniaci delle degustazioni perché per lui il vino è «una cosa qualsiasi come la pasta, la verdura, la carne, le patate».
Deve scoprire l’assassino di Roberto Candido, winemaker internazionale rinvenuto morto tra i banchi dell’abbazia di Sant’Antimo a Castelnuovo dell’Abate, frazione di Montalcino.
Ad aiutarlo c’è Mastrantoni, un ispettore romanesco e romanaccio con cui lavora da vent’anni. 
Cosulich, insieme all’ispettore Mastrantoni, affronta da subito con determinazione l’archivio elettronico della vittima e capisce che Roberto Candido da tempo, e fino a poco tempo prima di morire, era alla ricerca di una Verità sepolta nel cuore più profondo della terra, della terra più antica dove crescevano i primi tralci di uva, quella originaria, la Prima Uva. Giovanni Negri ci fa conoscere un commissario taciturno, che lavora molto da solo, in compagnia dei suoi pensieri.
Le storie del vino che incontra durante la sua indagine si intrecciano così con la storia dell’Uva Originaria, di antiche terre, di ricerca scientifica, di religione e, immancabilmente, di soldi e affari. L’importanza della terra, delle origini di un vitigno, della primogenitura di un vino, delle tecniche per farlo, della salvaguardia dei terreni, diventano per Cosulich tutte piste da percorrere.
E, per l’Autore stesso, imprescindibili e inesauribili fonti di conoscenza. Un «giallo di vino» con un ritmo che diventa incalzante a metà del racconto, a mano a mano che chi legge si orienta tra i tanti percorsi che può fare un tralcio di vite, compreso lo «scambio di coppia», che non è una pratica sessuale, ma la sperimentazione che prevede lo scambio tra le piattaforme ampelografiche delle zone vinicole.
E si appassiona così alla ricerca intrigante che è costata la vita al povero Roberto Candido. Una scrittura pulita e decisa con una caratterizzazione dei personaggi segnata da tratti lievi ma da mano sicura. Descrizioni che scorrono via veloci come l’Audi del protagonista, gli unici tempi lenti sono quelli dei pensieri mentre anche i ricordi scompaiono in un attimo, come la lepre misteriosa che Cosulich – e il lettore – incontrano più volte tra un capitolo e l’altro.


domenica 20 luglio 2014

IL MAYOLET


Una griglia estiva con una temperatura considerevole può essere egregiamente accompagnata da un bel Mayolet, un autoctono valdostano di precoce maturazione che abbisogna di un affinamento minimo di cinque o sei mesi.
Colore rosso rubino, tendente ad un leggero granata. Il profumo è delicato, non aggressivo e fresco da frutti di sottobosco.
Morbido, presente un finale leggermente vivace ed amarognolo in grado di pulire il palato dopo pietanze grasse.

Una delle migliori interpretazioni di questo vitigno è quello di CAVE DES ONZE COMMUNES, che consiglio di procurarvi.

VERDICCHIO DELLA TENUTA DELL'UGOLINO

Un vino suadente, con grande equilibrio tra acidità e salinità: non è banale e stucchevole, ma anzi nitido ed all'olfatto elegante perché fine.
Un vino che appaga anche la vista per la sua cristallinità.
Lo berrei sempre: a pasto o come aperitivo. Ma anche la meditazione può essere aiutata da questo ottimo prodotto della Tenuta dell'Ugolino.


domenica 13 luglio 2014

LES JAMELLES ED IL SUO SYRAH

Casa vinicola francese, da sempre attenta ad una vinificazione precisa e pulita, ha nella sua linea classica una sicurezza che trova uno dei massimi picchi nel suo Syrah: vino avvolgente anche se non stucchevole, risulta suadente per la morbidezza dei suoi tannini già con la vendemmia del 2012: un vino che pertanto ha margini notevoli di ulteriore perfezionamento anche in bottiglia.

Grado alcoolico pari a 13,5% : un syrah francese da assaggiare




SOTTOMONTE: RONCO DEL GELSO INTERPRETA IL SAUVIGNON BLANC

Buona interpretazione di questo vitigno internazionale da parte di una cantina che sta sempre più imponendosi: Ronco del Gelso.
Il Sottomonte è un sauvignon blanc in purezza che presenta grado deciso (14%) ed equilibrio strutturale. L'alcool non sovrasta il profumo caratteristico di questo vitigno e nemmeno il gusto ne risente.
Interessante il rapporto prezzo / qualità e la longevità: un 2011 stappato ieri sera non presenta alcuna stucchevolezza.


giovedì 10 luglio 2014

ALLA SCOPERTA DELLA VALLE D'AOSTA

Una regione dominata dalle montagne nasconde belle realtà enologiche quali Cave de Onze Communes e Coutandin.

Di queste due aziende mi piace ricordare


ANCORA KITZMULLER!

Torno nuovamente a ricordare, per chi ancora non conoscesse questo artista enologico, la produzione stupenda (per qualità e prezzo) di Thomas Kitzmuller (cfr. www.vinikitzmueller.com).
Assaggiare (poi le comprerete certamente) il Tocai Friulano- Friulano 2013 della linea Superiore e la Malvasia 2013 Juliae  è doveroso!





CARMENERE DI VINA CHEQUEN

In Cile, un'azienda piccola che vuole ridurre al massimo la filiera commerciale si chiama Vina Chequen (perdonate la non precisa traslitterazione di "vigna" in spagnolo) produce un ottima versione di Carmenere. In una terra che pare vocata a questo particolare cultivar, trovare un prodotto così ben interpretato (assenza di forzature del gusto e dell'aroma) e ad un prezzo così accessibile, mi è parso incredibile.
Ed invece è possibile!!

Compratelo!!!


FATTORIA DI SANTA VITTORIA

Interessante azienda toscana, ubicata nei pressi di Foiano della Chiana (Arezzo), che produce vini decisamente non banali.
Tra la sua produzione ho assaggiato con grande piacere il Grechetto ed il Leopoldo, entrambi IGT.

Grechetto: in una regione vocata nell'immaginario collettivo al vino rosso, scegliere un bianco potrebbe sembrare una scelta azzardata o quantomeno coraggiosa: la realtà è che la bacca bianca non è una nuova entrata anzi risulta coeva alla coltivazione dei vari cepage rossi.
Il Grechetto, poi, è un vitigno umbro-toscano che dovrebbe essere maggiormente fatto conoscere.
Ecco quindi questo bel vino fragante, dai sentori di pera e con un finale ammandorlato che ben pulisce il palato. La sua lavorazione a bassa temperatura ne preserva le note agrumate ed i sentori sospesi lievemente aromatici.
Robusto, ma non stucchevole, risulta fresco ed invitante nella calura estiva toscana: è un blend di grechetto (85 %) e Incrocio Manzoni 6.0.13, cultivar quest'ultimo tipico del Nord Est italiano.



Il Leopoldo, invece, è un monovitigno denominato Pugnitello.
Per la conformazione del grappolo e la sua descrizione sommaria, ricorda il Pignolo friulano, un vino che secondo me potrebbe rivelarsi il grande vino rosso da affinamento del Friuli.
Cultivar adatto a grande affinamento, viene lavorato da questa azienda con una maturazione annuale in barrique e poi affinamento annuale in bottiglia.
Bel colore con unghia violacea, presenta gusto pieno e giustamente acido, struttura decisamente buona e tannini molto fini: sentore di cuoio accompagnato da accenti erbacei: il Gambero Rosso 2014 lo ha premiato con 2 bicchieri rossi e costa al pubblico solo 15 euro!
Da acquistare!!!




IL RITORNO

Dopo una pausa notevole ritornano le degustazioni.
Un elenco esemplificativo:


  • Leopoldo e Grechetto di Fattoria Santa Vittoria
  • Carmenere di Vina Chequen