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martedì 30 dicembre 2014

ROCCHEVIBERTI: IL DOCETTO D'ALBA VIGNA MELERA

Da sempre ho un debole per il Dolcetto d'Alba sarà perché non è molto conosciuto, ma sicuramente è un vitigno che, se lavorato bene, restituisce grandi soddisfazioni perché possiede un carattere tutto suo che gli deriva dalla ciliegia e che termina, solitamente, in una nota amarognola, utile sempre per pulire il palato.

In questo direzione, vale a dire precisa e puntuale valorizzazione del cultivar senza forzature in cantina, si muove Roccheviberti che è una piccola azienda, al limite dello sconosciuto a Castiglione Faletto.


Ecco perché consiglio Dolcetto d'Alba 2010 (il 2013 deve ancora avere tempo per rendersi più sicuro delle proprie note) Vigna Melara.



martedì 23 dicembre 2014

IL BURSON ROSATO

Ecco un'altra lodevole produzione della Cantina RANDI!

Si tratta del Burson Rosato Brut, vale a dire uve Longanesi 100% vinificate in bianco.
Come già spiegato, il Burson è un autoctono della pianura ravennate, dal quale viene prodotto il vino Burson solo per gli associati al Consorzio il Banacavallo, nel territorio delimitato dal disciplinare del Consorzio.
Alla vista: si presenta di colore rosato corallo e luminoso di perlage fine ed elegante.
I riconoscimenti olfattivi intensivi e avvolgenti, con ricordo di bacche di sambuco e ribes rosso.
Il gusto è pieno e voluminoso con vivace freschezza e finale leggiadro.
Temperatura di servizio 8°/10°.
Abbinamento consigliato: grigliata di gamberetti.




giovedì 18 dicembre 2014

ROMORANTIN - DOMAINE DE MONTCY

Il romorantin pare che sia stato Francesco I a piantarlo nel 1519, ma il successivo avvento del sauvignon blanc lo costrinse -nel corso degli anni- a rinchiudersi sempre più in se stesso – in senso di territorio – e oggi è relegato nella piccola AOP Cour-Cheverny.
Già il nome di questo vitigno è molto simpatico, mentre fattivamente esso si presenta quale incrocio tra gouais blanc e probabilmente pinot teinturier.
Si tratta di un vino serioso, che riesce a espandere un sottile profumo di acacia, fiori di primavera e fiore della vite.
Ha anche un companatico citrino e rinfrescante, come di spremuta di limone, chiude con un leggero puff di miele millefiori.
Ha un’acidità vibrante quasi sostenuta dalla sapidità, ciò lo rende giudicabile come vino dal buon potenziale di affinamento, tre/cinque anni.
Il vino che ho piacevolmente bevuto è il DOMAINE DE MONTCY - COUR CHEVERNY del 2010.
Nessuna sbavatura dopo 4 anni, a testimoniare la buona predisposizione all'affinamento.
Un vino da ostriche, da crudità di mare, oppure da bersi con una rinfrescante insalata verde con Crottin de Chavignol e lardon croccanti.



sabato 13 dicembre 2014

PODERE IL POGGIO

ADERISCE AL CODICE PROMOZIONALE ADL295


Azienda a gestione familiare. Non ci sono amministratori o direttori generali. Solo Silvia, la sua famiglia e le loro uve.

I vigneti si trovano nel comune di Civitella-Paganico, nella frazione di Civitella Marittima, a metà strada circa tra Siena e Grosseto, immersi nelle dolci colline della Maremma toscana. L’intera proprietà è di circa 14 ettari e attualmente 4 sono a vigneto e 1 ad oliveto.
Nel 2005 sono stati impiantati i primi 2 ettari di Sangiovese, mentre nel 2006 un altro ettaro di Sangiovese e uno di Pugnitello.
Le vigne si trovano a circa 270 metri sul livello del mare. Il terreno è ricco di scheletro.
La vigna di Sangiovese attualmente è in un solo grande appezzamento con giacitura pressoché pianeggiante ed orientamento dei filari Nord Est- Sud Ovest. La forma di allevamento è il cordone speronato e l’impianto è stato realizzato con 5000 piante per ettaro.
La vigna di Pugnitello invece ha giacitura declive su un appezzamento orientato verso sud. I filari hanno disposizione Nord-Sud. La forma di allevamento è il Guyot e le piante per ettaro sono 5000.
Nel 2002 solo il piccolo triangolo verde era a vigna (circa mezzo ettaro). Attualmente l’intera area in rosso è a vigneto e nei prossimi anni è prevista anche una ulteriore espansione della superficie vitata!

Ed ecco i vini:


Pugnitello
La riscoperta di un vecchio vitigno…
Mentre molti paesi produttori di vino hanno estirpato gran parte dei vecchi vigneti per piantare Merlot o Cabernet in quanto più popolari, io e pochi altri produttori di vino italiano stiamo cercando di far rivivere vecchie varietà che sarebbero andate perse nel tempo.
Il Pugnitello ne è un esempio.
Questa varietà di uva è stata riscoperta solo venti anni fa in maremma con la collaborazione dell’università di Firenze ed è stata classificata come “vitigno autoctono”. Lo studio del DNA ha infatti provato l’originalità e la distanza rispetto ai vitigni già conosciuti con il quale è stato messo a confronto e quindi confermata la sua natura di vitigno autoctono.
E ‘stato solo nel 2003 che la Regione Toscana lo ha inserito nel registro Toscano dei vini ammessi a vinificazione.
Nel 2006 ho dedicato una parte del vigneto, circa un ettaro, a questa varietà.
La mia prima vendemmia di Pugnitello è stata quella del 2010. Anche se è ancora troppo presto per poter descrivere nel dettaglio le caratteristiche organolettiche del mio vino, dato che ancora non ho effettuato nemmeno il primo imbottigliamento, posso dare alcune informazioni generiche:
Il nome Pugnitello deriva dalle dimensioni del grappolo grandi appunto come un “pugno;
Il colore dell’uva e del vino che se ne ottiene hanno una forte componente viola, in generale molto più intenso del Sangiovese. I vini sono ricchi di composti polifenolici e tannini, caratteristiche che conferiscono al vino una buona struttura per l’invecchiamento;
Questa varietà è ben adattata per suoli aridi, poveri e difficili.
Il mio Pugnitello ha ancora molto da insegnarmi, devo solo “ascoltarlo”, aiutarlo ad esprimersi al meglio, e attendere il giorno in cui sarà pronto da bere.

Info Sheet – Piu` Tanto 2010:
Denominazione: Maremma Toscana I.G.T.
Composizione: 100% Pugnitello
Titolo Alcolometrico: 14% vol.
Produzione: 2500 bottiglie
Eta` dei Vigneti: 5 anni
Superficie Vigneti: 1 ettaro
Tipo di Allevamento: Guyot
Densita` di Impianto: 5000 ceppi per ettaro
Sesto di impianto: 0.8m x 2.5m
Produzione per ettaro: circa 30q
Vendemmia: fine Settembre
Modalita` di Raccolta: manuale, in cassette da 15kg
Vinificazione: la fermentazione alcolica si è svolta in serbatoi di acciaio. L’estrazione della componenente polifenolica è stata favorita da numerosi rimontaggi. Macerazione post-fermentativa e fermentazione malolattica in acciaio, seguite da trasferimento in barriques di terzo passaggio
Affinamento: in barriques per circa 8 mesi
Colore: rosso rubino con evidenti riflessi violacei
Odore: abbastanza intenso e complesso. Note di frutta matura sotto spirito, accenni di liquirizia e note erbacee.
Gusto: decisa sensazione pseudo-calorica accompagnata da una spiccata acidità. Abbastanza tannico, trasmette una discreta e gradevole sensazione di secchezza e ruvidità tipiche di vini ancora giovani. Buona persistenza
Abbinamenti: cacciagione e selvaggina, brasati e umidi di carni rosse, formaggi di media e lunga stagionatura
Temperatura di Servizio: 18°C


Montecucco Sangiovese D.O.C.
Montecucco è la DOC toscana più recente.
La menzione D.O.C.sta per vino “Denominazione di Origine Controllata”. Indica un vino prodotto in una zona ben definita, ma non solo. Un vino per essere definito DOC deve avere requisiti specificati nel Disciplinare di Produzione che interessa sia le modalità di impianto del vigneto (densità di impianto, rese per ettaro, forma di allevamento), che le modalità di vinificazione e di invecchiamento, la tipologia di bottiglia e di tappo ed infine le caratteristiche chimiche ed organolettiche dei vini ottenuti. Il mio vino è un “Montecucco Sangiovese DOC”. Il disciplinare stabilisce una percentuale minima di Sangiovese dell’ 85%; il sass’alSole è costituito da uve 100% Sangiovese.
L’etichetta e` designata da Lorenzo Colloreta
Info Sheet – sass’alSole 2008:
bottle montecucco 2008 Montecucco Sangiovese D.O.C.
Denominazione: Montecucco Sangiovese D.O.C.
Composizione: 100% Sangiovese
Titolo Alcolometrico: 13.5% vol.
Produzione: 6000 bottiglie
Eta` dei Vigneti: 4 anni
Superficie Vigneti: 3 ettari
Tipo di Allevamento: cordone speronato semplice
Densita` di Impianto: 5000 ceppi per ettaro
Sesto di impianto: 0.8m x 2.5m
Produzione per ettaro: circa 50q
Vendemmia: fine Settembre
Modalita` di Raccolta: manuale, in cassette da 15kg
Vinificazione: la fermentazione alcolica è avvenuta in maniera spontanea, ovvero senza aggiunta di lieviti selezionati, in serbatoi di acciaio. L’estrazione della componente polifenolica è stata favorita da numerosi rimontaggi. Breve macerazione post-fermentativa, trasferimento in barriques di terzo passaggio dove è avvenuta la fermentazione malolattica
Affinamento: in barriques per circa 14 mesi
Colore: rosso granato
Odore: l’impatto olfattivo è intenso, fruttato con note fresche di frutta rossa, incorniciato da un equilibrato sentore di legno e vaniglia e da una delicata speziatura
Gusto: persistente e caratterizzato da una buona acidità in equilibrio con la componente alcolica. I tannini sono rotondi e armonici. Il finale è minerale e sapido
Abbinamenti: cacciagione e selvaggina, brasati e umidi di carni rosse, formaggi di media e lunga stagionatura
Temperatura di Servizio: 18°C


Info Sheet – sass’alSole 2009:
bottle montecucco 2008 Montecucco Sangiovese D.O.C.
Denominazione: Montecucco Sangiovese D.O.C.
Composizione: 100% Sangiovese
Titolo Alcolometrico: 13.5% vol.
Produzione: 6000 bottiglie
Eta` dei Vigneti: 5 anni
Superficie Vigneti: 3 ettari
Tipo di Allevamento: cordone speronato semplice
Densita` di Impianto: 5000 ceppi per ettaro
Sesto di impianto: 0.8m x 2.5m
Produzione per ettaro: circa 50q
Vendemmia: fine Settembre
Modalita` di Raccolta: manuale, in cassette da 15kg
Vinificazione: la fermentazione alcolica si è svolta in serbatoi di acciaio. L’estrazione della componente polifenolica è stata favorita da numerosi rimontaggi. Breve macerazione post-fermentativa, trasferimento in barriques di terzo passaggio dove è avvenuta la fermentazione malolattica
Affinamento: in barriques per circa 14 mesi
Colore: rosso rubino intenso
Odore: intenso e complesso, con decise note di frutta rossa fresca. Delicatamente legnoso e speziato con accenni di vaniglia e pepe
Gusto: caldo e persistente con acidità equilibrata. Buona struttura in armonia con una tannicità abbastanza marcata. Sapido sul finale
Abbinamenti: cacciagione e selvaggina, brasati e umidi di carni rosse, formaggi di media e lunga stagionatura
Temperatura di Servizio: 18°C

domenica 7 dicembre 2014

DOMAINE DE RAPATEL: PETIT SIGNATURE

Un blend francese estremamente interessante, ben dosato ed elegante.
Non la solita zona aoc francese tipo Borgogna oppure il Bordeaux .
No, siamo in Vallée du Rhone o meglio ancora in Costières de Nimes.
Cinsault, Carignan, Grenache, Mourvedre e Syrah, che bella commistione!
Io ve lo consiglio.
Sotto il link per approfondire il vino.


http://www.domaine-de-rapatel.fr/





sabato 6 dicembre 2014

BORGO DEI POSSERI



I vini di questa azienda sono frutto della tradizione trentina, reinterpretati in modo che il territorio divenga il solo elemento di caratterizzazione stilistica.
Recuperare il passato per renderlo parte integrante del domani. Rispettando la terra, la vite accudita per scelta di vita.

L'azienda è composta da una superficie totale di circa 230 ettari, in cui ai vigneti (20 Ha) si alternano boschi, prati e pascoli. I terreni, già utilizzati per il pascolo d'alpeggio, a partire dal 2000 sono stati, trasformati in vigneto, seguendo le più moderne tecniche vitivinicole e cercando di esaltare al massimo le naturali bellezze del territorio.

Si è prestata grande attenzione anche alla selezione delle giovani vigne che provengono dai migliori vivai d'Europa, il tutto con lo scopo di realizzare vini pregiati e dal carattere ben definito.

Sotto lo strato di terreno vegetale troviamo un terreno composto da sabbia limoso-argilloso moreniche compatte ricche di elementi ghiaiosi e ciottolosi sparsi.
Al suo interno l'azienda è caratterizzata da appezzamenti con caratteristiche morfologiche, di giacitura e microclima diversi. La morfologia del paesaggio alterna aree più pendenti, ricoperte da bosco, a superfici più pianeggianti, in parte sistemate a terrazzi, spesso sostenuti da muretti a secco nel lato a valle.

Acqua, tra zolle che diventano gradatamente rocce, habitat scandito da piante alpine che convivono armoniosamente con l’ulivo. Tra paesaggi dove i contrasti diventano l’essenza stessa di questo angolo rurale, strappato con caparbietà e intelligenza alla forza espansiva dei boschi e della montagna.
Campi vitati incastonati su terrazzamenti solivi, piante che tornano a riappropriarsi di spazi e terreni da sempre accuditi con sapienza e caparbietà. Tanti piccoli, grandi saperi, tra fatiche e sogni, con metodi e produzioni a rischio d’estinzione che solo i contadini montanari ancora tramandano.

Vi si accede percorrendo il tratto iniziale delle Valle dei Ronchi, area geologicamente interessante perché “cerniera”  tra i Monti Lessini, a sud, e le Piccole Dolomiti. Dominata alle spalle dal gruppo del Carega che supera i 2200 m, poggia su rocce calcaree in ambiente tipicamente prealpino contraddistinto dalle fasce del castagneto, faggeto e abietina. La giacitura dei vigneti, intervallati da boschi di caducifoglie e da prati-pascoli, è generalmente piana o leggermente declive verso ovest, mentre l’esposizione prevalente è ad ovest, nord-ovest. Solcata regolarmente da venti provenienti da sud e da nord la zona costituisce un habitat ideale per la coltivazione della vite in un contesto non intensivo.




Borgo dei Posseri
Indirizzo: Loc. Pozzo Basso, 1 - 38061
Località: Ala TN
Italia
P.IVA: 01669800227
Mob: +39 335 83 90 501

TENUTA DELL'UGOLINO




La Tenuta dell’Ugolino si trova a Castelplanio, nelle Marche, uno dei comuni più vocati per la produzione del Verdicchio dei Castelli di Jesi.

La Denominazione di Origine Controllata del Verdicchio dei Castelli di Jesi (mappa del Verdicchio) viene infatti riservata solo al vino prodotto nella zona originaria più antica che si estende dai comuni situati lungo le rive del fiume Esino fino ai centri collinari prospicienti le valli del Misa e della Nevola. 

L’azienda Tenuta dell’Ugolino, di proprietà della famiglia Petrini, nasce nel 1980 come tradizionale azienda agricola tipica marchigiana, ma col tempo, la componente vitivinicola ne diventa l’attività principale grazie alla passione del giovane Andrea verso la propria terra e i vini che si producono. 

L’aspetto produttivo, dei totali 4 ettari impiantati a vigneto punta ad una produzione di vini di qualità attraverso la maniacale cura dei vigneti e il loro costante monitoraggio e con un’attenzione particolare alla vinificazione delle uve nella propria cantina con il metodo tradizionale. 

I risultati di questo impegno dono due vini di indiscussa personalità e carattere: il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico DOC e il verdicchio Classico Superiore DOC Vigneto del Balluccio. 
La Tenuta dell’Ugolino è aperta tutto l’anno per visite, degustazioni e accoglienza gruppi per appuntamento.




SONO VINI VERAMENTE STRAORDINARI!













Tenuta dell'Ugolino
Società Agricola di Petrini e Foroni


Indirizzo:



Via Copparoni, 32
60031 Castelplanio (AN)





E-mail:

cantina@tenutaugolino.it



Telefono:

0731 812569



Fax:

0731 812569



Cellulare:

360 487114

MARIKA SOCCI





Azienda Socci, piccola realtà vinicola nel cuore delle Marche a Castelplanio.
Un vitigno di quarant’anni adagiato sulla collina di Monte Deserto, a 350 mt sul livello del mare.
La volontà di una famiglia di portare avanti la tradizione che si lega inevitabilmente all’innovazione.
Il tutto guidato dalla passione per il mondo del vino e ciò che lo circonda.


L’Azienda Socci nasce nel 1973 dalla passione che Socci Umberto aveva per la coltivazione di questa pianta.

Inizialmente le quantità prodotte erano intorno a 80 quintali, e l'uva era totalmente destinata alla vendita.
Nel tempo, si è invece presa la decisione di iniziare la vinificazione.

Inizialmente anche si utilizzava la classica bottiglia ad anfora tipica del verdicchio e che ancora oggi lo rende riconoscibile a livello mondiale, successivamente ci sono stati diversi cambiamenti fino ad arrivare a diversificare le bottiglie anche a seconda della tipologia di vino che contengono.


Nei circa 3 ettari dell'azienda, coltivati a vigneto specializzato, il vitigno allevato è il VERDICCHIO DEI CASTELLI DI JESI CLASSICO D.O.C. e per un 15% la Malvasia di Candia; tra i filari, troverete la qualità di uva che ben rappresentano i vitigni più significativi che il nostro territorio esprime.

Il vero punto di forza di queste superfici vitate è costituito da un mix di qualità del terreno, esposizione, altitudine e cura della vigna.


Tra le fortune di questi vigneti c'è pure quella di avere una buona escursione termica diurna e di trovarsi su un terreno di tipo argilloso – calcaree; sono proprio questi terreni ricchi di calcaree che permettono la produzione di vini di qualità.

La filosofia dell'azienda è quella di riuscire ad ottenere dalla stessa tipologia di uvaggi, vini diversi tra loro, esaltando le caratteristiche camaleontiche del verdicchio.


www.verdicchio.it/it/contatti.html

CANTINE ZANCHI



Vini per passione

Da quarant'anni la famiglia Zanchi produce vini di qualità ad Amelia, in Umbria, in una suggestiva zona collinare dominata dall’antica casa padronale e dal complesso delle cantine.
I terreni dell’azienda sono coltivati tutti a vigneto e oliveto con metodi di produzione integrata, utilizzando pratiche agronomiche a basso impatto ambientale, nel pieno rispetto della natura e della propria terra.
Con un costante lavoro di ricerca sul territorio, tre generazioni si sono dedicate alla selezione delle migliori specie di vitigni autoctoni e varietà tipiche dell’Umbria, producendo vini esclusivi per gusto, profumi e corpo.


Vini e vitigni




VIGNAVECCHIA: Trebbiano toscano - vendemmia tardiva e fermentazione in botte di rovere

MAJOLO: Malvasia toscana - maturazione e affinamento in tonneau di rovere
PIZZALE: Trebbiano toscano, Grechetto e Malvasia
FLAVO: Malvasia toscana in purezza

AREIA: Chardonnay in purezza

ARVORE: Grechetto in purezza

TOMEO: Sangiovese e Ciliegiolo - vinificazione in bianco

SCIURIO: Sangiovese, Canaiolo e Merlot - maturazione e affinamento in botte di rovere

ARMANÉ: Sangiovese e Cilegiolo - breve passaggio in botte di rovere
CARMÌNO: Ciliegiolo in purezza
FLORESIO :Sangiovese - macerazione carbonica di acini interi


LU: Aleatico in purezza



Azienda Agricola Zanchi
SP8 Amelia-Orte Km 4,610 05022 Amelia - TR (Italia)
GPS: 42.523034 , 12.408658
Telefono  +39 0744 970011
Fax   +39 0744 970011
e-mail  info@cantinezanchi.it

martedì 2 dicembre 2014

CARLO DANIELE RICCI:voglia e costanza





Nei colli orientali del Piemonte, a Costa Vescovato piccolo comune ai piedi dell’Appennino a circa 280 metri s.l.m., nasce nel 1929 l’azienda Ricci. Già da allora Carlo e Clementina, avevano capito la predisposizione naturale di quelle terre alla coltivazione della vite, marne tufose e calcaree e microclima favorevole.
Ad oggi, l’azienda è seguita dai vignaioli Filippo, Marosa e Daniele che credono fermamente in questo territorio.
In cantina, arrivano uve selezionate opportunamente diradate e si seguono criteri di lavorazione che rispettano i tempi imposti dalla natura e non dall’uomo. I vini maturano per un periodo che va da un minimo di uno ad un massimo di tre anni, in botti di rovere.
L’imbottigliamento, avviene seguendo le fasi lunari più propizie, senza chiarifiche ne filtrazioni, gli eventuali sedimenti naturali che possono formarsi, servono a proteggere il vino.

I vini rossi d.o.c.

Castellania: da uve barbera
Elso: da uve croatina
El Matt: da uve bonarda
San Martino: da uve barbera e nebbiolo
Agapè: da uve croatina e barbera

I vini bianchi d.o.c.

Terre del Timorasso: da uve timorasso
San Leto: da uve timorasso

Selezioni Speciali

San Leto Blu: vendimia tardiva di uve timorasso
Nini: passito di uve aromatiche

E inoltre… la Grappa di Timorasso


CA' NOVA


I vigneti, impiantati tra il 1996 ed il 2000, sorgono sui terreni delle Colline Novaresi e del Ghemme, antiche morene del Monte Rosa tra le valli dei fiumi Sesia e Ticino.
I vigneti sono localizzati in tre aree. La prima  impiantata è stata la Vigna del Golf, che si estende per circa un ettaro intorno alla Cascina, tra le buche del campo da golf Bogogno. Poco distante, su una piccola collina esposta a sud, storicamente denominata Vigna San Quirico, si trova il pregiato cru di nebbiolo che ne prende il nome.
Infine, in un grande e soleggiato vigneto di sei ettari sulle colline della prestigiosa DOCG Ghemme, nascono le uve per vini di grande prestigio.
La forma d'allevamento – prescelta secondo il criterio della minor produttività e maggior qualitàd elle uve – è il “Guyot” con rese di uva per ettaro molto basse. In tutti i vigneti utilizziamo solo trattamenti ecocompatibili e rispettiamo i tempi di carenza di ciascun prodotto.

Grande cura e attenzione, questa è, in sintesi, la  filosofia della cantina.
Dopo l’accurata selezione delle uve raccolte manualmente in cassette da 20 chilogrammi, queste vengono portate nella zona lavorazione per la pigiadiraspatura o per la pressatura. Successivamente  il mosto va nelle vasche di fermentazione di ultima tecnologia, dove avvengono prima la criomacerazione e poi la fermentazione alcolica con l’aggiunta di lieviti selezionati, entrambe a temperatura controllata. Tali procedimenti consentono di aumentare l’estrazione delle sostanze contenute all’interno degli acini mediante l’omogeneizzazione del mosto.
Terminata la fermentazione, il vino viene travasato in vasche d’acciaio termocontrollate per l' illimpidimento e la stabilizzazione.
I vini rossi vengono poi inviati nella cantina di invecchiamento dove avviene anche la fermentazione malolattica. I vini giovani vengono imbottigliati generalmente nel mese di marzo successivo alla vendemmia, mentre quelli invecchiati nell'autunno di alcuni anni dopo.
L’affinamento in bottiglia per almeno sei mesi comp

la lenta  maturazione di questi vini ne esalta la pienezza del bouquet.

Cà Nova - Azienda Agricola Codecasa Giada - P. IVA IT01829750031 - mailbox@cascinacanova.it -


Azienda Agricola Codecasa Giada
Via San Isidoro, 1
28010 - Bogogno (NO)
Tel. +39 0322 863406
Fax: +39 0322 862584
Orari di ufficio:
08:30 - 12.30 / 13.30 - 17.30












LA VESPOLINA DI CA' NOVA




La vespolina, detta anche ughetta rende in italiano la vitis vinifera circumpadana. È un vitigno a bacca rossa, che matura compiutamente intorno la prima metà di ottobre.

Viene coltivata in provincia di Novara già dal secolo XVIII, e, da tempi remoti anche in provincia di Pavia sulle colline dell'Oltrepò Pavese nella zona di Canneto Pavese, dove rientra nell'uvaggio del vino Buttafuoco.
Possiede una conclamata regolarità nella seppur modesta produzione. Va inoltre apprezzato per la sua buona vigoria.
La pianta possiede una foglia piccola pentagonale ed il grappolo è abbastanza compatto ed allungato: l'acino è scuro, tendente al nero.
La prima descrizione della Vespolina risale al 1825, poi ad opera del Gallesio (che la chiamò V. circumpadana). Fra i sinonimi ricordiamo ughetta e uvetta di Canneto in Oltrepò, balsamina in Val d'Ossola, nespolina o nespolino (nespoulìn), inzaga o inzagre, massana, solenga, novarina, uva cinerina, vispavola, vespolino.

Il Vino possiede delle caratteristiche note fruttate  e speziate. Il sapore è asciutto, armonico. Al colore si palesa rubino nelle sue possibili gradazioni. Il profumo risulta vinoso e fruttato.
Adattabile ad un medio invecchiamento.
Grado alcoolico contenuto (12-12,5 gradi).
Consigliato con formaggi stagionati e piccanti. Interessante l’abbinamento con il pesce.
Temperatura di servizio: 18°C



vini LE MARIE


Grazie ad un antico documento stilato il 27 Agosto dell’anno 1203, siamo venuti a conoscenza del pregio e della fama che già allora godevano i vini prodotti sulle terre di Eyssart, ora Assarti accanto a Barge, un antichissimo borgo ai piedi del Monte Bracco, la montagna di Leonardo.
La felice posizione e il clemente microclima hanno sempre consentito la perfetta maturazione delle pregiate uve coltivate in questa area dal carattere ancora montano.
Le peculiarità del suo terreno sistoso, evidenziato dal tipico colore rosso, ricco di rari e preziosi sali minerali, derivati dalla disgregazione di rocce primordiali, sono ottimali a conferire alle uve di queste terre intensi preziosi profumi e gusti insoliti, che rendono inconfondibili i nobili vini qui prodotti.
Dal lontano Medio Evo, la rinomanza di questi vini ha fatto sì che fossero presenti per secoli sulle tavole più prestigiose della nobiltà che nel corso della storia si è susseguita in questa regione. L’azienda Vitivinicola “Le Marie” da alcuni anni riporta agli onori gli stessi vini di quelle terre che furono celebri nel tempo. Il titolare dell’azienda, Valerio Raviolo, la moglie Luigina, e i figli Simona e Daniele con dedizione, passione e amore e con la collaborazione dell’enologo Gianfranco Cordero, producono un numero limitato di bottiglie di origine controllata per la gioia di coloro che amano avvicinarsi a sapori altri, a vini di carattere, di schietta personalità. La famiglia Raviolo vi aspetta su appuntamento, promovendo incontri in cantina, dove affianca alla semplice degustazione dei vini anche la possibilità di gustare specialità locali.

CONTATTI

Le Marie
Azienda vitivinicola

via San Defendente
12032 Barge (CN)

info@LeMarieVini.eu

0175 345159
335.6441042
333.7436495

Sabato 8,30/12,00 - 14,30/18,30

Altri giorni inclusa la Domenica
su appuntamento.













RANDI VINI

L'azienda è situata nel cuore del territorio del Burson, tra Fusignano e Alfonsine, poco distante da Ravenna e consta di circa 30 ettari, nei quali trovano posto i classici vitigni autoctoni della Romagna come Trebbiano, uva Longanesi, Malbo gentile, Chardonnay uva Dora e uva Famoso. La tenuta è situata nel cuore del territorio del Burson, tra Fusignano e Alfonsine.
La cantina, nata nei primi anni del 1900, si applica alla produzione di vini artigianali e nel 2000 entra nel consorzio “Il Bagnacavallo”


Massimo Randi  crede molto nella sua idea di vino strutturato ed elegante, testimone della potenzialità di questo territorio.
In vigna, nessuna forzatura, ma solo una interpretazione attenta del territorio per avere uve sane e perfettamente mature.
In cantina le lavorazioni non sono invasive e l’affinamento è graduale per permettere alle caratteristiche tipiche dei vitigni di emergere.

I bianchi sono freschi, puliti e profumati.
I rossi, vellutati e con una progressione minerale considerevole:i tannini sono sempre sotto controllo ferreo, grazie ad affinamenti lunghi.


 ADERISCE AL CODICE PROMOZIONALE













zienda Agricola Randi
Indirizzo:
Via San Savino, 113
Fusignano - 48010 (RA)
Italia

E-mail: info@randivini.it
Telefono: +39054558231
Fax: +39054558231
http://www.randivini.it

Informazioni: Skipe: randimassimo

I BIANCHI SI POSSONO INVECCHIARE: WINE ENTHUSIAST TI SEI SBAGLIATO



Per dare continuazione al precedente post <I BIANCHI SI POSSONO INVECCHIARE>, vi rimando sotto al link in cui potrete vedere come non solo i bianchi, ma i nostri bianchi italiani siano dei vini predisposti anche all'invecchiamento.

Soave, Verdicchio e Collio posseggono delle grandi gemme vitivinicole!


ALDEIDE DEIDROGENASI


L'insufficente funzionalità di questo enzima è importantissima nel corretto metabolismo dell'alcool.

E dato che non sono un medico, vi rimando alla lettura attenta di questi due link:




Recentemente, poi, un medico ha avanzato la richiesta di porre in calce a qualsiasi etichetta di vino, al pari delle "bionde", la dicitura "nuoce gravemente alla salute".

Ritengo che l'abuso dell'alcool porti certamente a questo (più aggravi legati alla famiglia ed alla comunità) e meriti la debita attenzione, ma rimangono pur sempre i benefici forniti dagli antociani ed altre componenti del vino.

Quindi se proprio dovessimo apporre simili avvisi sulle bottiglie, perché non appendere su qualche pennone uno striscione recante la frase: l'aria nuoce gravemente alla salute (e di questo vi sono molte più prove)?

VINO TORBIDO O CON DEPOSITO?

Dopo ave fermentato, il vino tende a ripulirsi. È a questo punto che le fecce – residuo costituito da parti solide del grappolo, lieviti, tartrati – precipitano e si sedimentano sul fondo dei recipienti in cui è conservato il vino.



Una prima, grossolana, causa dell’aspetto torbido del vino potrebbero essere gli scarsi o scorretti travasi che il cantiniere ha effettuato per liberarlo dai sedimenti.



C’è da dire che nei vini di qualità, lavorati correttamente, questo rischio non si corre.



Ora, questo processo spontaneo detto di chiarificazione, può essere aiutato e rafforzato attraverso interventi di tecnica enologica. Nell'attesa, si può decantare il vino, sottoponendolo a processi di raffreddamento che favoriscono la precipitazione delle fecce.



La chiarifica, poi, è una pratica enologica antichissima e si estrinseca nell’aggiunta di una sostanza chiarificante nel vino, a cui segue la formazione di minutissimi flocculi che s'ingrandiscono e precipitano sul fondo del recipiente, trascinando tutti i corpuscoli che si trovano in sospensione.



La parte del liquido che sovrasta il deposito precipitato, risulta  limpida e viene separata dal torbido per semplice travaso.



Le sostanze chiarificanti possono essere di origine organica o proteica (albumina d’uovo, gelatina, sieroalbumina, caseina ecc.) e inorganica (bentonite, sol di silice ecc.). L’albumina d’uovo, ad esempio, è un ottimo chiarificante per i vini rossi; può essere utilizzata disseccata o fresca: in questo caso si uniscono a un ettolitro di vino due-tre albumi.



Per i vini bianchi si usa la caseina, ricavata dal latte, mentre la bentonite è una particolare argilla depurata e attivata che, assorbendo acqua, ha la proprietà di rigonfiarsi e di combinarsi con le sostanze di natura proteica presenti nel vino, modificandone la composizione.



Il grado di limpidezza ottenuto con le operazioni di chiarifica può essere ulteriormente perfezionato dalla filtrazione, operazione che consiste nel far passare il vino attraverso strati o membrane porose che hanno lo scopo di trattenere le particelle di torbido eventualmente ancora in sospensione.



Numerosi sono i tipi di filtro utilizzati nella pratica enologica: sgrossatori, brillantatori, sterilizzanti. Essi sono coadiuvati dall’uso di materiali che hanno la proprietà di trattenere le varie sostanze in sospensione: la cellulosa, spesso mescolata con fibre di cotone; la farina fossile, polvere fine e leggerissima costituita dalle spoglie silicee di microscopiche alghe; la perlite, ottenuta dalle rocce vulcaniche finemente macinate, e termicamente trattate.



È evidente che queste pratiche di cantina richiedono competenze enologiche e attrezzatura adeguata.



Tuttavia la limpidezza, acquistata con il naturale riposo o con la chiarifica, non è necessariamente definitiva: fino a quando non è stabilizzato, il vino è suscettibile di modificazioni e di conseguenza di “rotture” di equilibrio.



Sono le cosiddette casses (ossidasiche o chimiche), con le quali si vengono ad alterare il colore e la limpidezza.



Ma tutto ciò che “volteggia” nel vino è indice necessariamente di cattiva qualità?



Non obbligatoriamente.



Se le particelle perennemente in sospensione (torbidezza) costituiscono, come si è visto, un grave e spesso irrimediabile difetto, gli elementi che sedimentano sul fondo della bottiglia (deposito) sono generalmente tollerabili



Trovate sul fondo di una bottiglia di bianco dei piccoli cristalli? Sono innocue precipitazioni di tartrati e significano che il vino “ha sentito il freddo”.



Un rosso importante con qualche anno di invecchiamento presenta un sedimento polveroso? Sono le sostanze coloranti (tannini e antociani) che per fenomeni chimico-fisici avvenuti durante l’invecchiamento polimerizzano e diventano insolubili. Non pregiudicano affatto la qualità, anzi significano che quel vino, prima di essere imbottigliato, è stato spogliato il meno possibile dei suoi costituenti instabili e ha subìto pochi trattamenti.



In certi casi il deposito, anziché raccogliersi sul fondo, aderisce alle pareti della bottiglia (“camicia”) ed allora si tratta di sostanze coloranti idrolizzate ed è, in genere, indice di un vino molto vecchio, vinificato alla “vecchia maniera”.



La “camicia” è, invece, assolutamente intollerabile nei vini giovani, appena imbottigliati.



Al consumatore Oggi la tendenza di molti produttori è quella di mettere in commercio vini “finiti”, ovvero senza più sostanze che possano facilmente fermentare e, quindi, provocare deposito.



Una piccola aggiunta di anidride solforosa al momento dell’imbottigliamento neutralizza temporaneamente i fermenti sopravvissuti.



Se poi si ricorre alla filtrazione sterile o alla pastorizzazione, ogni residuo microbico è eliminato. In quest’ultimo caso, avremo vini assolutamente limpidi – e stabili nella limpidezza – a scapito, però, della vivezza del vino, che perde senz’altro in aromi e in bouquet.





Accettiamo dunque il deposito, segno di un vino ricco, vivo e attivo nel suo invecchiamento. L’importante, ai fini della degustazione, è che i depositi rimangano fermi sul fondo della bottiglia.





Quindi:


• se la bottiglia è stata conservata coricata, lasciarla in piedi per qualche tempo prima di consumarla;

• precauzione nello stapparla: niente scossoni;

• decantare, ovvero travasare delicatamente in caraffa;

• conservare il vino in una cantina dalla temperatura abbastanza costante (sui 12°C, con una tolleranza di oscillazione di un paio di gradi in più o in meno). Sotto i 10°C (pensiamo alle temperature invernali che scendono fino allo zero) i vini sentono il freddo: precipitano i tartrati o le sostanze coloranti e non avviene una adeguata maturazione. Sopra i 10°C il caldo provoca l’ingiallimento e la maderizzazione dei bianchi e “risveglia” la flora batterica che può riprendere la propria attività innescando inopportune fermentazioni (se nel vino ci sono residui di zucchero da svolgere o di acido malico da trasformare) o attaccando altre sostanze (come le pentosi, zuccheri non fermentiscibili).

PREZZO DELL'UVA DEFLAZIONATO


Quando la Spagna si trova ad avere giacenze invendute nelle cantine e qualcuno in Italia vende uve di Fiano di Irpinia - che è una docg - a 60 centesimi di euro al chilo, direi che siamo di fronte al rischio di chiuedere per fallimento.



Con questi prezzi si lavora in perdita.

Come è possibile proporre simili prezzi?





Approfondite su http//www.slowfood.it/slowine/uve-a-prezzi-stracciati-il-problema-in-italia

lL TAGLIO BORDOLESE in Italia è anche COLLI EUGANEI


Accanto alla zona di Bolgheri in Toscana, sono proprio i Colli Euganei in Veneto, ad offrire le migliori interpretazioni dei blend a base di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot.



Le condizioni pedo-climatiche sono infatti propizie per la vita di questi cultivar che ripagano con vini di struttura e ricchi di varietale.



I prezzi, va detto ancora, non sono assolutamente irraggiungibili soprattutto se letti alla luce degli investimenti che il viticoltore sostiene nella produzione di un vino rosso da grande o medio invecchiamento.



Approfittate di leggere in merito:

http://www.slowfood.it/slowine/gli-internazionali-ditalia-non-sono-al-foro-italico