Il romorantin pare che sia stato Francesco I a piantarlo nel 1519, ma il successivo avvento del sauvignon blanc lo costrinse -nel corso degli anni- a rinchiudersi sempre più in se stesso – in senso di territorio – e oggi è relegato nella piccola AOP Cour-Cheverny.
Già il nome di questo vitigno è molto simpatico, mentre fattivamente esso si presenta quale incrocio tra gouais blanc e probabilmente pinot teinturier.
Si tratta di un vino serioso, che riesce a espandere un sottile profumo di acacia, fiori di primavera e fiore della vite.
Ha anche un companatico citrino e rinfrescante, come di spremuta di limone, chiude con un leggero puff di miele millefiori.
Ha un’acidità vibrante quasi sostenuta dalla sapidità, ciò lo rende giudicabile come vino dal buon potenziale di affinamento, tre/cinque anni.
Il vino che ho piacevolmente bevuto è il DOMAINE DE MONTCY - COUR CHEVERNY del 2010.
Nessuna sbavatura dopo 4 anni, a testimoniare la buona predisposizione all'affinamento.
Un vino da ostriche, da crudità di mare, oppure da bersi con una rinfrescante insalata verde con Crottin de Chavignol e lardon croccanti.
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