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venerdì 31 agosto 2012
Recensione a I GIORNI DEL VINO
Paolo Massobrio
I GIORNI DEL VINO
365 assaggi meditati e raccontati
Einaudi
2012
pp. 451
17,50 euro
Un progetto editoriale nuovo nel'ambiente enologico, capace di attirare l'attenzione di quei lettori che non soo tecnici della materia e che grazie a questo piacevolissimo ed interessantissimo libro, potrebbero diventare quantomeno consumatori attenti del vino.
È un assaggio che dura un anno intero e che precisa ogni suo giorno in funzione di aromi, profumi e colori.
Ritengo possa essere veramente il trade union tra Vinosofia e 101 grandi vini, scritti da altri autori.
Un libro da acquistare oppure da regalare a Natale magari con una buona bottiglia di vino.
mercoledì 29 agosto 2012
Recensione a 101 grandi vini
Paolo Della Rosa
101 grandi vini a piccoli prezzi
Ed .I manuali Salani
2011
pp. 103
10,00 euro
A prima vista, potrebbe sembra il solito libretto ecoomico sul declivio tra compitino d'estate e bignami del caso, invece il suo valore è notevole.
Leggendo questo testo, ho avuto conferma dell'idea recondita che «per fare u vino buono non servono tante più risorse di quante se ne impiegano per farne uno mediocre»: la differenza riposa nel saper trovare i picoli tesori che sono acquistabili a prezzi ragionevoli.
Proprio perché spesso paghiamo il «tributo alla leggenda» dei vari appartenenti a docg e a super-tuscan, dobbiamo cercare tra doc e igt quei vini, anche quotidiani, che restituiscano emozione e piacere.
Il libro è scritto con linguaggio comprensibile e non forzatamente tecnico. Pratico e diretto, l'autore indica una miniera di tesori nascosti che andrebbero ricercati da chi, pur non essendo un esperto enologo, ama però un ottimo vino.
È l'applicazione della vino-sophia!
Recensione a VINOSOFIA
Roberto Cipresso - Giovanni Negri
VINOSOFIA
una dichiarazione d'amore in 38 bicchieri
Piemme Edizioni
2010
pp. 399
11,00 euro
2010
Due illustri figure del panorama enologico scrivono un romanzo che poggia su una precisazione sapienza del vino (bvino-sophia/sofia), che è quella di saperlo coniugare alla vita, in ogni suo momento e manifestazione.
Come tale, la vinosofia è essenzialmente esoterica, laddove exotericamente si dà nelle diverse occasioni di convivialità.
Saper coniugare i due aspetti della vita-vite porta il lettore ad applicare il processo quasi-alchemico della vinificazione al divenire dell'essere-uomo.
Il vino non è una pozione per dimenticare la vita bensì per ricordare la vite su cui si innerva la stessa vita.
Stupendo!
martedì 28 agosto 2012
CASTELNUOVO TANCREDI ed il suo ASSEDIO
Azienda sita all'interno della d.o.c. Orcia produce un buon vino dal colore rosso rubino vivace, con profumi fruttati, morbido e suadente.
È di pronta beva quantunque derivi da uve ben mature di Sangiovese, Merlot e Colorino.
Di questo assemblaggio forse non è così noto l'ultimo dei tre.
Il Colorino è un vitigno tipico della Toscana, le sue origini sono legate al processo di domesticazione di alcune viti selvatiche avvenuto alcuni secoli fa.
Fino a poco tempo fa c'era gran confusione sull'identità del vitigno e dei suoi vari biotipi conosciuti in Toscana, dopo la pubblicazione del lavoro di Bandinelli, Camussi e Pisani (1997), si può affermare che nell'ambito dei vitigni che portano questa denominazione appare anzitutto come entità nettamente distinta dalle altre Colorino Americane, che presenta caratteristiche ampelografiche e genetiche che lo differenziano nettamente dagli altri.
Tra i biotipi di Colorino associati a varie località della Toscana appare alquanto distinta la posizione del Colorino del Valdarno, mentre una certa differenza si riscontra anche tra i cossiddetti Colorino di Pisa e Colorino di Lucca, che hanno foglie e grappoli morfologicamente diversi. Gli ultimi due potrebbero discendere da un'unica entità originaria ed essersi poi distinti per maturazione. All luce delle conclusioni dello stesso studio risulta una certa vicinanza tra Colorino di Pisa e il Morone, che tuttavia presenta alcuni caratteri distintivi. Molto simili ai vari Colorini risultano essere anche vitigni Abrostine e Abrusco.
Le diverse varietà che compongono l'uvaggio di questo vino fermentano separatamente in serbatoi di acciaio inox a temperatura controllata.
Dopo i necessari travasi, il vino viene messo per 15 mesi, una parte in barriques di rovere francese, altra in botte grande di rovere e in acciaio.
Si propone quale compagno perfetto per piatti a tendenza dolce come la pasta a ragù o funghi oppure piatti di cacciagione semplici.
Ho bevuto: L'ASSEDIO 2005
Annata
2006
Denominazione
DOC Orcia
Uvaggio
Sangiovese, Merlot e Colorino
Vinificazione e affinamento
9-12 mesi circa in barrique di 2° passaggio, botti di rovere e serbatoio di acciaio e 6 mesi in bottiglia
CASTELNUOVO TANCREDI
info@castelnuovotancredi.it
Tel - Fax (39) 0577 - 806090
53022 Buonconvento SI
CHIANTI CLASSICO -Gallo Nero ... è CAMPACCI!
Andate a San Gusmè, nei pressi di Castelnuovo Berardenga, non solo per l'incantevole borgo e per il paesaggio vitato: cercate Campacci ed il suo Chianti.
È un vino che si presenta alla vista con un rosso rubino brillante con profumi da campo di fiori.
Viene prodotto secondo la tradizionale pratica enologica del governo all'uso Toscano che consiste in una lenta rifermentazione del vino appena svinato con uve dei vitigni autorizzati leggermente appassite
Campacci possiede circa otto ettari a ridosso di questo borgo che si compone di Sangiovese e Canaiolo per la bacca rossa, e di Trebbiano e Malvasia per quella bianca.
I vigneti risalgono agli anni '60
Vinificazione nel cemento, sfecciatura nell’acciaio, invecchiamento in grandi botti senza tempo da 34 e 58 e tino coperto da 80 hl senza nessuna barrique in cantina.
Richiede un invecchiamento almeno fino al 1º marzo dell'anno successivo alla vendemmia.
È potente e schietto, una creazione amorevole della Toscana autentica che non fa ricorso a nessun taglio per esprimere bouquet e struttura.
Inebriante ed elegante
Compratelo!!!!
Ho bevuto: Chianti Classico Riserva 2006 - Campacci San Gusmè
Ho bevuto:
TRE ROSE Rosso di Montepulciano D.O.C.
Di colore rosso rubino, evolvibile in rosso granato con l'invecchiamento presenta profumoo intenso, etereo, floreale. Il suo sapore è asciutto, equilibrato e persistente, con possibile sentore di legno.
Un gran bel vino da bersi anche tutti i giorni!
Ho bevuto : Tre Rose Rosso di Montepulciano d.o.c. 2004
Zona di produzione: Comune di Montepulciano - Fraz. di Valiano
Uve: Prugnolo 85% - Canaiolo 5% - Syrah 5% - Gamay 5%
Esposizione vigneti ed altimetria: Nord Sud / 250 mt. s.l.m.
Sistema di allevamento: Cordone speronato
Età media delle viti: 18 anni
Epoca di vendemmia: Seconda metà di settembre
Vinificazione: In vasche di acciaio inox da 160 hl; macerazione di 10 gg. ad una temperatura costantemente controllata di 28 C.
Invecchiamento: 6 - 8 mesi in botti di rovere
Produzione media annua: 25.000 bottiglie da 0,750 lt
Tenuta TREROSE Via della Stella 3, 53040 Valiano di Montepulciano (SI) Italia Tel. +39 0578 724018 - TREROSE è una Cantina di TENIMENTI ANGELINI SpA Montalcino (SI) P.IVA 01007130527 - Email: info@tenimentiangelini.it
il TAZZELENGHE di JACUSS 2004
Il Tazzelenghe è un vitigno autoctono friulano a bacca rossa appartenente al gruppo delle Corbine comuni.
Nello scorso secolo era molto apprezzato, soprattutto come varietà da botte, e largamente diffuso in Friuli. Trae il suo nome dal dialetto friulano ovvero «tàce-lenghe» a significare «taglia-lingua» causa l'elevata tannicità.
La polpa è un pò acidula, poco dolce.
Il Tazzelenghe vinificato in purezza, dà origine a vini di alta qualità e pregio che necessitano di invecchimento per l'elevata tannicità.
Molto spesso l'invecchiamento avviene in barrique di rovere, arrivando ad un bouquet esteso.
Il lavoro per domare qusto vitigno è parecchio e difficile, proprio perché se viene lasciato macerare un pò più a lungo, si guadagna a pieno il suo sopranome di taglia-lingua.
In ogni caso è un vino di forte personalità che suscita sensazioni forti: ci si innamora o lo si abbandona.
Quello che ho assaggiato io possiede la giusta età e risulta estremamente piacevole.
Io l'ho adottato: provatelo per farvene una ragione
Ho bevuto Tazzelenghe 2004
VINIFICAZIONE: raccolta manuale delle uve, quindi vinificazione tradizionale con lunga macerazione sulle bucce.
VINO: colore rosso intenso con riflessi violacei, robusto di corpo.
GRADO ALCOLICO: 12,5° alc/vol
CAPACITA': 0,75 L
Jacuss di Sandro e Andrea Iacuzzi - P.iva 00820360303
Viale Kennedy, 35
33040 Montina di Torreano (UD)
Tel. 0432 715147 // Tel. personale 368 3955835
sabato 25 agosto 2012
SEGNALAZIONI
Nel tentativo di organizzare una specie di banca dati delle migliori aziende vitivinicole italiane, avente quale unico vincolo quello di non sforare mai le 20 euro per ogni bottiglia presentata, vi chiedo di contribuire, segnalando a questo blog quelle realtà che conoscete voi, magari specificandone la bottiglia assaggiata
grazie
grazie
venerdì 24 agosto 2012
IOLE GRILLO
Un'azienda veramente da prendere a modello perché riesce da molto a mantenere uno standard elevato, ma soprattutto perché accanto alla produzione dei vini autoctoni non disconosce pure i cultivar internazionali.
È l'azienda che fa il vino e non il contrario, quindi la valorizzazione dell'autoctono non deve essere presa quale garanzia del prodotto.
È il famoso terroir (leggi, area ben delimitata dove le condizioni naturali, fisiche e chimiche, la zona geografica ed il clima permettono la realizzazione di un prodotto specifico e identificabile mediante le caratteristiche uniche della propria territorialità) ovvero la conoscenza che il vignaiolo ha del proprio terreno a fare la differenza.
Poco importa che egli coltivi pure i vitigni del taglio bordolese , l'importa è come egli vinifica e quale risultato riesca a produrre.
In questo senso, Iole Grillo si afferma sia con Sauvignon COF 2010 (note minerali e sentori di frutta) che con il Friulano COF 2010 (sapido, persistente e con sapori di pesca).
Grandi soddisfazioni, infine, derivano dall'uvaggio Rosso Guardafuoco 2009 (Merlot, Cabernet Sauvignon) e dal Merlot 2007 riserva (un bordolese come solo in Gironda si può fare).
Il rapporto, poi, tra qualità e prezzo è veramente interessante: prezzi onesti e calibrati per nulla esagerati con dei prodotti squisiti.
Complimenti!
Per le schede tecniche, rimando al sito: www.vinigrillo.it
È l'azienda che fa il vino e non il contrario, quindi la valorizzazione dell'autoctono non deve essere presa quale garanzia del prodotto.
È il famoso terroir (leggi, area ben delimitata dove le condizioni naturali, fisiche e chimiche, la zona geografica ed il clima permettono la realizzazione di un prodotto specifico e identificabile mediante le caratteristiche uniche della propria territorialità) ovvero la conoscenza che il vignaiolo ha del proprio terreno a fare la differenza.
Poco importa che egli coltivi pure i vitigni del taglio bordolese , l'importa è come egli vinifica e quale risultato riesca a produrre.
In questo senso, Iole Grillo si afferma sia con Sauvignon COF 2010 (note minerali e sentori di frutta) che con il Friulano COF 2010 (sapido, persistente e con sapori di pesca).
Grandi soddisfazioni, infine, derivano dall'uvaggio Rosso Guardafuoco 2009 (Merlot, Cabernet Sauvignon) e dal Merlot 2007 riserva (un bordolese come solo in Gironda si può fare).
Il rapporto, poi, tra qualità e prezzo è veramente interessante: prezzi onesti e calibrati per nulla esagerati con dei prodotti squisiti.
Complimenti!
Per le schede tecniche, rimando al sito: www.vinigrillo.it
ANCORA SU NARDI
Altro prodotto da tenere in debita considerazione è il Merlot in purezza. È veramente il trionfo dei frutti rossi maturi accompagnati da una vena vanigliata al palato.
Prodotto senza forzare minimamente il vino, Nardi ottiene un prodotto buono per qualità ed accessibile.
La produzione sembra destinata ad aumentare: dalle 6000 bottiglie della prima vendemmia (2004) pare che si debba arrivare a 30000 bottiglie, un successo quindi acclarato dalla domanda del mercato e dall'inesistenza di giacenze in cantina.
Da prendere!
Ho bevuto:
Merlot S.Antimo doc
gradazione alcoolica di 14%
Per contatti diretti: http://www.tenutenardi.com
Prodotto senza forzare minimamente il vino, Nardi ottiene un prodotto buono per qualità ed accessibile.
La produzione sembra destinata ad aumentare: dalle 6000 bottiglie della prima vendemmia (2004) pare che si debba arrivare a 30000 bottiglie, un successo quindi acclarato dalla domanda del mercato e dall'inesistenza di giacenze in cantina.
Da prendere!
Ho bevuto:
Merlot S.Antimo doc
gradazione alcoolica di 14%
Per contatti diretti: http://www.tenutenardi.com
TURAN di NARDI
Nella zona di Montalcino, precisamente Casale del Bosco, viene prodotto un uvaggio notevole da parte dell'Azienda Nardi. Il suo nome è Tùran e si compone di Petit Verdot, Sangiovese, Syrah e Colorino.
Una miscela veramente ben riuscita che riunisce la morbidezza dell'attacco alla tannicità equilibrata da un giusto livello di acidità della struttura.
Pensato anche come investimento (si presta bene all'invecchiamento anche in bottiglia), rischia di passare inosservato innanzi ai cavalli di battaglia di casa Nardi: il Brunello.
Ora, il rapporto qualità/prezzo conformemente alla «mission» di questo blog me lo fa però preferire al Brunello, vuoi per la ventata di novità portata in un territorio che ormai è divenuto mono-cultivar (ed è un gran peccato secondo me) e vuoi per la bravura con il Tùran viene assemblato.
Ho bevuto:
Tùran rosso S.Antimo doc del 2005
Gradazione alcoolica pari a 13,5% prodotto nel Comune di Montalcino
Allevato con cordone speronato (5500 ceppi ad ettaro), viene vendemmiato manualmente in cassette durante la seconda settimana di settembre.
Macera e fermenta per circa 15 giorni ad una temperatura controllata (<28 gradi).
Matura in botti di rovere e quindi si affina in bottiglia.
Per contatti diretti: http://www.tenutenardi.com
Una miscela veramente ben riuscita che riunisce la morbidezza dell'attacco alla tannicità equilibrata da un giusto livello di acidità della struttura.
Pensato anche come investimento (si presta bene all'invecchiamento anche in bottiglia), rischia di passare inosservato innanzi ai cavalli di battaglia di casa Nardi: il Brunello.
Ora, il rapporto qualità/prezzo conformemente alla «mission» di questo blog me lo fa però preferire al Brunello, vuoi per la ventata di novità portata in un territorio che ormai è divenuto mono-cultivar (ed è un gran peccato secondo me) e vuoi per la bravura con il Tùran viene assemblato.
Ho bevuto:
Tùran rosso S.Antimo doc del 2005
Gradazione alcoolica pari a 13,5% prodotto nel Comune di Montalcino
Allevato con cordone speronato (5500 ceppi ad ettaro), viene vendemmiato manualmente in cassette durante la seconda settimana di settembre.
Macera e fermenta per circa 15 giorni ad una temperatura controllata (<28 gradi).
Matura in botti di rovere e quindi si affina in bottiglia.
Per contatti diretti: http://www.tenutenardi.com
giovedì 23 agosto 2012
DOC PIEMONTESI ALLA RIBALTA
In linea con le fondamenta di questo blog, ovvero sostengo che bere vino non è un lusso e che quindi esistono vini eccellenti o buoni a prezzi compresi entro i 20 euro, segnalo la presenza in Piemonte, terra stupenda per la viticultura e che ritengo sia la migliore in Italia, di alcune doc veramente da tenere d'occhio.
- Calosso doc - sarà prodotto con uve «Gamba Rossa» meglio conosciute con il nome «Gamba di Pernice». Trattasi di un vitigno autoctono presente da secoli in piccole quantità in tre comuni: Calosso, Castagnole Lanze e Costigliole. Il disciplinare prevede quattro tipologie: la doc «Calosso» con gradazione minima di 11,5, «Calosso Passarà», da uve passite e gradazione minima di 14 e due tipologie di spumante, una rossa e una rosata.
- Fara doc - prodotto esclusivamente nel territorio dei comuni di Fara Novarese e Briona, in provincia di Novara. L'uvaggio alla base della produzione del Fara DOC è composto dai tre principali vitigni a bacca rossa del Piemonte: Nebbiolo (Spanna) dal 30 al 50%, Vespolina dal 10 al 30% e Bonarda novarese (Uva rara) fino a un massimo del 40%. Le uve destinate alla produzione del Fara DOC devono essere coltivate in vigneti piantati in zone collinari, con una resa per ettaro piuttosto alta, pari a 11. Il vino, infatti, deve essere posto ad invecchiare per almeno tre anni, dei quali almeno due devono essere in botti di legno di rovere o castagno. Con un uvaggio così nobile ed un tale tempo di invecchiamento, il Fara DOC non può che essere un grande vino: mediamente alcolico (12% vol) con un bel colore rosso rubino intenso, un profumo molto fine che non può non ricordare quello della viola mammola ed un eccellente sapore sapido, asciutto ed armonico.
- Valsusa doc - vino rosso ottenuto, in gran parte, da varietà autoctone piemontesi, come Avana', Barbera, Dolcetto e Neretta Cuneese, presenti nell'uvaggio, da sole od assieme, per almeno il 60%, ed eventualmente altre uve da vitigni a bacca rossa, non aromatici, autorizzati o raccomandati per la provincia di Torino, per il rimanente 40%. Le uve destinate alla produzione del Valsusa DOC hanno una resa per ettaro inferiore a 9 tonnellate. La mancanza dell'indicazione del periodo minimo di invecchiamento non significa, però, che il vino non debba essere invecchiato, ma che ai produttori viene lasciata totale autonomia nel decidere i tempi ed i modi dell'invecchiamento.
In Italia, come del resto anche all'estero, esistono delle realtà
vinicole, estranee alla grande distribuzione, la cui politica dei prezzi
permette di gustare degli ottimi prodotti, siano essi dei mono-vitigni
piuttosto che degli uvaggi selezionati (blend), a costi assolutamente
sostenibili.
Spesso, infatti, parte del prezzo di un'etichetta è una specie di
«tributo alla leggenda», come ha chiosato Paolo Della Rosa nel suo 101 grandi vini a piccoli prezzi e quindi non «sostanziale». Di
più: si può sostenere che non sia sempre vero che la qualità del vino sia
proporzionale al suo prezzo. In certi casi, poi, pensiamo a vini autoctoni di
produzione limitata, una politica inflazionistica di prezzi, se nel breve
periodo può produrre effetti positivi per il produttore, nel lungo periodo è
destinata a naufragare creando pericolose diseconomie di scala proprio perché
tende ad emarginare una grossa fetta potenziale di mercato e a creare di rimando giacenze in cantina.
Un'accorta ed onesta valutazione del prezzo dell'etichetta
permetterebbe invece al produttore di rimanere sul mercato per più tempo,
facendosi conoscere da una fascia di mercato potenzialmente maggiore.
LA BONARDA CHE NON TI ASPETTI
Vitigno che spesso è stato frainteso con la Croatina o l'Uva Rara, si presenta con un colore molto carico ed è dotato di buona sapidità: è la Bonarda di Chieri o Bonarda del Monferrato.
Il cultivar è particolarmente presente nelle province di Torino e Asti, ma non disdegna nemmeno il Pinerolese, la Valsusa ed il Canavese.
Per fugare ogni dubbio in merito alla sua specificità, il Di Rovasenda, nel 1877, ne da una descrizione precisa sottolineando la sua differenza dalle false bonarde.
Emana profumo intenso e morbido, spesso bevuto giovane e mosso.
Il germoglio bianco-verdastro con tratto apicale interamente rosso. Il grappolo è medio-grande o grande, leggermente spargolo, con due o tre ali.
redilige potatura mista (Guyot) ma si adatta anche a quella corta. I terreni migliori sono quelli argillosi, non molto fertili.
Rientra nella composizione di molti uvaggi, solitamente con altre uve più spigolose, ma si presta pure alla vinificazione in purezza, quale è il caso di El Matt di Ricci.
Un sapore deciso e pieno con il contributo alcoolico correttamente stemperato da un primo impatto acido e vinoso che muta poi in sapori caldi e vellutati.
Da assaggiare.
Ho bevuto:
Il cultivar è particolarmente presente nelle province di Torino e Asti, ma non disdegna nemmeno il Pinerolese, la Valsusa ed il Canavese.
Per fugare ogni dubbio in merito alla sua specificità, il Di Rovasenda, nel 1877, ne da una descrizione precisa sottolineando la sua differenza dalle false bonarde.
Emana profumo intenso e morbido, spesso bevuto giovane e mosso.
Il germoglio bianco-verdastro con tratto apicale interamente rosso. Il grappolo è medio-grande o grande, leggermente spargolo, con due o tre ali.
redilige potatura mista (Guyot) ma si adatta anche a quella corta. I terreni migliori sono quelli argillosi, non molto fertili.
Rientra nella composizione di molti uvaggi, solitamente con altre uve più spigolose, ma si presta pure alla vinificazione in purezza, quale è il caso di El Matt di Ricci.
Un sapore deciso e pieno con il contributo alcoolico correttamente stemperato da un primo impatto acido e vinoso che muta poi in sapori caldi e vellutati.
Da assaggiare.
Ho bevuto:
El Matt di Carlo Daniele Ricci
Anno: 2009
Zona: Alto Monferrato
Uve e vitigni:
Bonarda
100%
Denominazione: Piemonte
Colore: Rosso
Gradazione: 14 °
Bottiglia: 75 cl
CARLO DANIELE RICCI
A Costa Vescovato sui Colli Tortonesi e a 280 m sul
livello del mare, troviamo le marne tufaceo-calcaree del Tortoniano.
Su queste si sviluppa l'azienda di Carlo Daniele Ricci per il quale la
viticoltura è una tradizione di famiglia (i Ricci fanno vino dal 1929).
Carlo Daniele, però, vi ha impresso una svolta,
sposando una filosofia «naturale» che si estrinseca nel rifiuto di ogni prodotto chimico di sintesi
in vigna, inerbimento controllato, lieviti indigeni anche per i bianchi, diniego verso le chiarificazioni e le filtrazioni: dunque minimo utilizzo di solforosa (max 60-70
gr/hl).
Egli coltiva le classiche varietà tortonesi:
Timorasso, anzitutto, ma anche Barbera, Nebbiolo e Bonarda. Prezzi equi, qualità
in costante crescita.
Un produttore emergente, di sicuro interesse,
capace di esprimere il territorio senza mediazioni.
Direi un buon approccio alla nouvelle vague del Tortonese
per informazioni direttamente dal produttore: http://aziendaagricolaricci.com/
TERRE DEL TIMORASSO
Sui colli tortonesi (di recente divenuta d.o.c) viene coltivato questo autoctono bianco. Il suo nome è timorasso e nelle cantina di Ricci esso diviene un gran bel bianco da assaggiare.
Denuncia sentori di cedro ed acacia.
È potente, pieno e ti avvolge forte di una struttura di base. Risulta sapido e non fatica lasciare un ricordo nel suo degustatore.
Il vino nasce da una limitata produzione (40 q/ha) di uve che sono state vendemmiate a mano a fine settembre e poi portate in cantina, dove hanno subito una crio-macerazione di 48 ore.
In seguito, dopo la pressatura, il vino ha sostato per 12 mesi in acciaio e 6 in bottiglia prima della commercializzazione
In una cantina ben composta, deve poter trovare posto pure questa importante produzione dell'Azienda agricola Ricci Carlo Daniele.
Io ho bevuto:
Terre del Timorasso di Carlo Daniele Ricci
Annata: 2009
Zona di produzione: Alto Monferrato
Uve e vitigni: Timorasso 100%
Denominazione: Colli Tortonesi
Colore: Bianco
Gradazione: 14 °Bottiglia: 75 cl
Denuncia sentori di cedro ed acacia.
È potente, pieno e ti avvolge forte di una struttura di base. Risulta sapido e non fatica lasciare un ricordo nel suo degustatore.
Il vino nasce da una limitata produzione (40 q/ha) di uve che sono state vendemmiate a mano a fine settembre e poi portate in cantina, dove hanno subito una crio-macerazione di 48 ore.
In seguito, dopo la pressatura, il vino ha sostato per 12 mesi in acciaio e 6 in bottiglia prima della commercializzazione
In una cantina ben composta, deve poter trovare posto pure questa importante produzione dell'Azienda agricola Ricci Carlo Daniele.
Io ho bevuto:
Terre del Timorasso di Carlo Daniele Ricci
Annata: 2009
Zona di produzione: Alto Monferrato
Uve e vitigni: Timorasso 100%
Denominazione: Colli Tortonesi
Colore: Bianco
Gradazione: 14 °Bottiglia: 75 cl
mercoledì 22 agosto 2012
LE PROSSIME DEGUSTAZIONI ON LINE
Segnalo i prossimi appuntamenti con il gusto diVino:
- Castello di Ripa d'Orcia
- Azienda agricola Ricci
- Tenute Nardi
- Azienda agricola Grilli
- Edi Keber
IL VIN SANTO DI TIBERIO
In ogni cantina, in ogni scorta di famiglia, deve trovar posto anche del vino da dessert: ecco la proposta del blogger:
Estremamente raro
perché prodotto in piccole quantità è il tipico e tradizionale vino da dessert
toscano. Valorizzato con la creazione della DOC Vinsanto del Chianti. Come da antica tradizione,
si raccolgono le uve migliori, autoctone Toscane, che vengono selezionate e si
lasciano ancora maturare ed appassire, appese in una stanza ben areata, per
circa 4 mesi. Molto limitata la quantità, ottima la qualità
grazie alle cure colturali.
Festival del Cinema Biennale di Venezia 2005 e 2006
Vin Santo del Chianti D.o.c. “TIBERIO”
Estremamente raro
perché prodotto in piccole quantità è il tipico e tradizionale vino da dessert
toscano. Valorizzato con la creazione della DOC Vinsanto del Chianti. Come da antica tradizione,
si raccolgono le uve migliori, autoctone Toscane, che vengono selezionate e si
lasciano ancora maturare ed appassire, appese in una stanza ben areata, per
circa 4 mesi. Molto limitata la quantità, ottima la qualità
grazie alle cure colturali.
Vin Santo del Chianti d.o.c.
“TIBERIO”
Da
uve: Trebbiano Toscano, Malvasia del Chianti e San Colombano, nasce un
magnifico nettare unico con straordinarie qualità. Olfatto e gusto pieno, ricco
e delicato, di grande corpo e struttura. Una magnifica e unica espressione del
territorio ed un eccellente e originale dono di madre natura. Massima
espressione di naturale originalità, si caratterizza per l’equilibrio tra
eleganza e morbidezza.. Il meglio dei valori di una antica tradizione.
Denominazione:
Vin
Santo del Chianti “d.o.c”.
Ubicazione Azienda: alti piani della sette ponti, nel pressi di Loro
Ciuffenna nel comune di Terranuova Bracciolini
Vigneti: solo di propria coltivazione aziendale, in area di
produzione del Chianti docg
Ubicazione Vigneti: 320 m .s.l.m., esposti a sud, sud-ovest
Età delle vigne: da 5 a 20 anni.
Sistema di allevamento: capo rovescio alla toscana
Uve: Trebbiano 33% -
Malvasia 33% - San Colomabano 33%
Vendemmia: effettuata a mano, inizio dal 16 settembre.
Vinificazione e Invecchiamento:
I
grappoli selezionati, di Trebbiano, Malvasia e San Colombano, fatti appassire
in stanze ben areate per circa 4 Mesi. “Schiccolamento “ manuale (separazione degli acini dal graspo).
Pressatura lunga e soffice degli acini da cui si ottiene il mosto. Lenta
fermentazione in piccoli barili (Caratelli) di castagno, sigillati e conservati
in locali esposti alle variazioni stagionali delle temperature
Invecchiamento: 3 anni
in caratelli di castagno Il Vin Santo viene svinato e imbottigliato dopo una
paziente decantazione naturale.
Grado Alcolico: 16 % vol.
Grado Alcolico: 16 % vol.
Temperatura di servizio e degustazione:
Servire alla temperatura naturale, 14 – 18 gradi Colore giallo oro intenso con venature
ambrate tipico del Vin Santo non
filtrato, olfatto e gusto pieno, ricco e delicato, di grande corpo e
struttura. Profumo e sapore ben sviluppato con note di frutta e con sentori di
mandorla Ha un gusto eccellente,
pieno, ricco, delicato, dolce, morbido e pulito. Ottimo dessert accompagnato da dolci e pasticcini. Fine ed elegante
gesto di ospitalità
Descrizione A.I.S.:
Ambrato di
grande luminosità e consistenza. Al naso si esprime con una complessità tipica
con aromi di noce, miele di castagno, funghi porcini secchi e fichi
appassiti, in sottofondo note vegetali e vaniglia dolce. Dolce e morbido è ben
bilanciato da una freschezza gustativa che ricorda le arance candite,
persistente e di buona armonia. Grande con una torta della nonna ma la vera
esperienza gustativa è con un pecorino stagionato del comune di Talla accompagnato
con miele di tiglio .
Riconoscimenti ed Eventi
Festival del Cinema Biennale di Venezia 2005 e 2006
Giro
gustando della provincia di Siena 2004, 2005, 2006, 2007 e 2009
Cioccoshow
di Bologna 1° e 2° ediz 2005 e 2006
Selezione vini della Regione Toscana 2004, 2008,
2010
Az.Agr Tiberio - tel. (+39) 338 4604806
Loc Gropina – fraz. Penna 116a –
Terranova Bracciolini (Ar)
www.TIBERIOWINE.COM
info@tiberiowine.com
lunedì 20 agosto 2012
SYRAH UNA SCOMMESSA NON TANTO RISCHIOSA
Con piacere ed interesse riporto un interessante articolo tratto da « Strettamente tecnico > Mondo enoico » (20 12 2003 TN n. 51 Anno 1).
I viticoltori in generale, ai fini della messa a dimora delle barbatelle erano partiti con vitigni quali merlot, cabernet sauvignon, cabernet franc, considerati miglioratori per poi arrivare scoprire altri vitigni internazionali di altro pregio che, a mio avviso, in determinati areali di produzione possono surrogare o integrare le caratteristiche di quelli sopra detti.
Abbiamo tutti insieme scoperto un vitigno estremamente importante e significativo: il Syrah
Generalità
Le origini di questo vitigno sono contrastanti, alcuni ritengono che sia di provenienza Medio Orientale, dalla città della Persia Schiraz; altri sostengono che sia originario della zona di Siracusa.
Diffuso in Francia, nella valle del Rodano, e molto coltivato in Australia, California e Sud Africa. In Italia è presente a partire dalla metà del 1800.
Caratteristiche ampelografiche
Foglia medio-grande, pentagonale, tri o pentalobata - grappolo medio, cilindrico allungato, talvolta alato, semispargolo - acino medio o piccolo, ovale, buccia pruinosa di colore blu.
Maturazione
Media
Vigoria
Buona
Caratteristiche del vino
Se ne ricava un vino dal colore rubino con forti riflessi violacei, grande concentrazione antocianica, abbastanza alcolico e tannico, robusto di corpo.
Alcune considerazioni
Per fare considerazioni più specifiche e per smorzare uno certo tono accademico vorrei prendere in considerazione un biennio di produzione proprio del Syrah in una zona vitivinicola “giovane” come la Val di Cornia ubicata in Provincia di Livorno nel comprensorio della Costa degli Etruschi.
Il vigneto preso in considerazione è coltivato nel Comune di Suvereto in Loc. Casalappi ed ha un sesto d’impianto di m. 2,5 (interfila) x m. 0,80 (sulla fila ) con una densità di piantagione pari a 5000 piante ad ettaro.
Le caratteristiche pedologiche del terreno sono di medio impasto tendenzialmente argilloso con poco scheletro presente.
La zona è caratterizzata da una piovosità media di 700 mm anche se gli andamenti climatici delle ultime due annate agrarie sono stati eccezionali sia a causa di un'annata estremamente piovosa, il 2002, sia per un 2003 estremamente siccitoso, soprattutto nel periodo estivo.
Il clone messo a dimora nel 1999 è il 174 e il portainnesto è il 420 A.
La forma di allevamento del suddetto impianto è a controspalliera a cordone speronato e la potatura secca prevede quattro speroni come punti fruttiferi per ogni ceppo in maniera tale da mantenere il carico di produzione intorno ad 1 Kg di uva/pianta.
Siamo di fronte ad un vitigno che, con bassa produzione, mantiene a livelli elevati i risultati in termini agronomici ed enologici.
Volendo fare un confronto tra le due annate prese in considerazione, posso affermare che il Syrah è un vitigno che reagisce bene alle annate estremamente piovose, assente il marciume nel grappolo e, con adeguate cimature, la chioma risulta facilmente gestibile relativamente alle femminelle germogliate dopo il taglio dell’apice principale.
I risultati positivi vengono coronati in cantina, con le analisi di laboratorio sui mosti prima e sui vini dopo. L'estratto secco netto espresso in grammi/litro i valori oscillava in annate piovose, tra i 32 e i 35 gr/litro.
Un carico polifenolico elevato in termini di esame visivo espresso dal colore rosso intenso-cupo violaceo, quasi fosforescente.
All’esame olfattivo la massima espressione dei frutti rossi di sottobosco e note balsamiche di liquirizia.
Nel corso dell’ultima annata agraria, in presenza di una stagione secca, arida con assenza di pioggie se non nelle ultime fasi di vendemmia, il Syrah ha reagito abbastanza bene in termini agronomici mentre ha dato sempre risultati eccellenti in termini enologici.
La pianta ha vissuto un periodo di carenza idrica non indifferente tanto da giustificare un intervento di diradamento dei grappoli per cercare di limitare al massimo lo stress fisiologico.
Questo fenomeno spiccato, secondo me, è da attribuire ad un scarso sviluppo dell’apparato radicale delle piante in quanto essendo un impianto giovane, i singoli apparati radicali non hanno ancora esplorato gli strati più profondi del terreno coltivato e quindi risentono al massimo dei “capricci” climatici.
In laboratorio, ancora risultati eccellenti in termini di estratto secco netto che ha sfiorato i 35 gr/litro e di polifenoli totali posizionati a livelli alti della scala graduata.
Con la mia modesta esperienza in campo posso affermare che il Syrah è un vitigno internazionale di grande pregio e valore purchè coltivato a bassa produzione per pianta per cercare di cogliere al massimo i caratteri per i quali viene distinto dagli altri vitigni ovvero colore, polifenoli totali, estratto secco e aromi primari.
Sono attenzioni che ogni viticoltore dovrebbe avere per vinificare al meglio questo vitigno che credo farà parlare di sè, sempre più in maniera significativa, anche nel prossimo futuro.
il 20 Dicembre 2003 TN n. 51 Anno 1
OTTIME POSSIBILITÀ PER IL SYRAH IN ITALIA
E' un vitigno rinomato e di incerta origine. Forse proviene da Siracusa. O forse dall'antica Persia. Presenta caratteri agronomici interessanti, insieme a eccellenti risultati in cantina. Il vino è abbastanza alcolico e tannico, corposo
di Lorenzo Brugali
Sempre più spesso si sente parlare di internalizzazione dei vitigni che vengono
messi a dimora dai nostri agricoltori. Fino a qualche decennio fa nei vigneti
di ogni regione italiana, venivano messi a dimora i vitigni tipici, autoctoni
di quel medesimo areale di produzione. Già dai primi anni ottanta, anche in
Italia è possibile mettere a dimora barbatelle che “non parlano italiano”
ovvero vitigni internazionali, per lo più francesi, che arricchiscono, secondo
gli enologi, i nostri vini magari carenti o di colore e struttura o per
mitigare determinati gusti apprezzati sempre più dal consumatore e che hanno
dato inizio a quei vini, oramai famosi, di nuova concezione.I viticoltori in generale, ai fini della messa a dimora delle barbatelle erano partiti con vitigni quali merlot, cabernet sauvignon, cabernet franc, considerati miglioratori per poi arrivare scoprire altri vitigni internazionali di altro pregio che, a mio avviso, in determinati areali di produzione possono surrogare o integrare le caratteristiche di quelli sopra detti.
Abbiamo tutti insieme scoperto un vitigno estremamente importante e significativo: il Syrah
Generalità
Le origini di questo vitigno sono contrastanti, alcuni ritengono che sia di provenienza Medio Orientale, dalla città della Persia Schiraz; altri sostengono che sia originario della zona di Siracusa.
Diffuso in Francia, nella valle del Rodano, e molto coltivato in Australia, California e Sud Africa. In Italia è presente a partire dalla metà del 1800.
Caratteristiche ampelografiche
Foglia medio-grande, pentagonale, tri o pentalobata - grappolo medio, cilindrico allungato, talvolta alato, semispargolo - acino medio o piccolo, ovale, buccia pruinosa di colore blu.
Maturazione
Media
Vigoria
Buona
Caratteristiche del vino
Se ne ricava un vino dal colore rubino con forti riflessi violacei, grande concentrazione antocianica, abbastanza alcolico e tannico, robusto di corpo.
Alcune considerazioni
Per fare considerazioni più specifiche e per smorzare uno certo tono accademico vorrei prendere in considerazione un biennio di produzione proprio del Syrah in una zona vitivinicola “giovane” come la Val di Cornia ubicata in Provincia di Livorno nel comprensorio della Costa degli Etruschi.
Il vigneto preso in considerazione è coltivato nel Comune di Suvereto in Loc. Casalappi ed ha un sesto d’impianto di m. 2,5 (interfila) x m. 0,80 (sulla fila ) con una densità di piantagione pari a 5000 piante ad ettaro.
Le caratteristiche pedologiche del terreno sono di medio impasto tendenzialmente argilloso con poco scheletro presente.
La zona è caratterizzata da una piovosità media di 700 mm anche se gli andamenti climatici delle ultime due annate agrarie sono stati eccezionali sia a causa di un'annata estremamente piovosa, il 2002, sia per un 2003 estremamente siccitoso, soprattutto nel periodo estivo.
Il clone messo a dimora nel 1999 è il 174 e il portainnesto è il 420 A.
La forma di allevamento del suddetto impianto è a controspalliera a cordone speronato e la potatura secca prevede quattro speroni come punti fruttiferi per ogni ceppo in maniera tale da mantenere il carico di produzione intorno ad 1 Kg di uva/pianta.
Siamo di fronte ad un vitigno che, con bassa produzione, mantiene a livelli elevati i risultati in termini agronomici ed enologici.
Volendo fare un confronto tra le due annate prese in considerazione, posso affermare che il Syrah è un vitigno che reagisce bene alle annate estremamente piovose, assente il marciume nel grappolo e, con adeguate cimature, la chioma risulta facilmente gestibile relativamente alle femminelle germogliate dopo il taglio dell’apice principale.
I risultati positivi vengono coronati in cantina, con le analisi di laboratorio sui mosti prima e sui vini dopo. L'estratto secco netto espresso in grammi/litro i valori oscillava in annate piovose, tra i 32 e i 35 gr/litro.
Un carico polifenolico elevato in termini di esame visivo espresso dal colore rosso intenso-cupo violaceo, quasi fosforescente.
All’esame olfattivo la massima espressione dei frutti rossi di sottobosco e note balsamiche di liquirizia.
Nel corso dell’ultima annata agraria, in presenza di una stagione secca, arida con assenza di pioggie se non nelle ultime fasi di vendemmia, il Syrah ha reagito abbastanza bene in termini agronomici mentre ha dato sempre risultati eccellenti in termini enologici.
La pianta ha vissuto un periodo di carenza idrica non indifferente tanto da giustificare un intervento di diradamento dei grappoli per cercare di limitare al massimo lo stress fisiologico.
Questo fenomeno spiccato, secondo me, è da attribuire ad un scarso sviluppo dell’apparato radicale delle piante in quanto essendo un impianto giovane, i singoli apparati radicali non hanno ancora esplorato gli strati più profondi del terreno coltivato e quindi risentono al massimo dei “capricci” climatici.
In laboratorio, ancora risultati eccellenti in termini di estratto secco netto che ha sfiorato i 35 gr/litro e di polifenoli totali posizionati a livelli alti della scala graduata.
Con la mia modesta esperienza in campo posso affermare che il Syrah è un vitigno internazionale di grande pregio e valore purchè coltivato a bassa produzione per pianta per cercare di cogliere al massimo i caratteri per i quali viene distinto dagli altri vitigni ovvero colore, polifenoli totali, estratto secco e aromi primari.
Sono attenzioni che ogni viticoltore dovrebbe avere per vinificare al meglio questo vitigno che credo farà parlare di sè, sempre più in maniera significativa, anche nel prossimo futuro.
di Lorenzo Brugali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
pubblicato in Strettamente tecnico > Mondo enoicoil 20 Dicembre 2003 TN n. 51 Anno 1
domenica 19 agosto 2012
VENDEMMIA 2012 : SCIORIO INIZIA
Sciorio inizia a vendemmiare!
Riporto quanto comunicatomi:
Riporto quanto comunicatomi:
«Anche questanno la vendemmia è anticipata rispetto alla norma, d'altronde oggi abbiamo una temperatura che supera i 35° ed i prossimi
giorni questa salirà ancora.
A metà settimana faremo una campionatura sugli acini di
uva Chardonnay e Sauvignon, ma presumo che verso fine settimana si inizierà a vendemmiare, sperando che la morsa del caldo si attenui un po'»
a presto.
giovedì 16 agosto 2012
QUESTIONE DI ... BICCHIERE
Ripropongo quelle che dovrebbero essere le linee generali valide per l'impiego del bicchiere più corretto in funzione del vino assaggiato:
Bianchi giovani e rosati
Importa favorire la concentrazione dei profumi verso il naso e dirigere il vino
verso la punta della lingua e quindi ai lati. Si esalta, quindi, la morbidezza
ed il profumo fruttato del vino.
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Bianchi
Qui il vino respira meglio ed i
profumi risultano più concentrati: il vino va verso il fondo del
palato e solo successivamente sulla punta della lingua esaltandone la
sapidità.
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Bianchi maturi
La forma ancora più
panciuta fa respirare di più il vino con sur-esaltandone di ogni caratteristica organolettica.
| |
Rossi giovani
Bicchiere intercambiabile con quello precedente: viene garantita la
corretta ossigenazione e scongiurato il contatto tra i tannini, ancora poco
maturi ed aggressivi, con la gengiva che comporterebbe uno sgradevole effetto astringente.
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Rossi di medio corpo
Serve maggiore ossigenazione nonché una corretta concentrazione dei profumi. Vengono allora esaltati i tannini leggermente più maturi e strutturati ed i profumi più complessi dovuti alla
maturazione in bottiglia o in botte.
| |
Rossi strutturati con invecchiamento medio
Si anela ad una perfetta
ossigenazione: il vino continua a decantare nel bicchiere sviluppando, quindi, appieno l'aroma ed il sapore. L'apertura aiuta il vino a
diffondersi in bocca partendo dal fondo garantendo una corretta percezione di
tutte le componenti del sapore.
| |
Rossi strutturati a invecchiamento lungo
Tendenzialmente simile al precedente, deve però garantire un'ossigenazione ottimale nonché il corretto sviluppo del sapore in
bocca.
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Spumanti metodo Classico e Champagne
Questo bicchiere, detto flûte, data la sua forma stretta ed allungata
favorisce lo sviluppo del perlage raffinato che caratterizza gli spumanti metodo
classico e gli champagne. Concentra i profumi verso il naso ed evita il contatto
delle bollicine con le gengive che potrebbe risultare molto fastidioso.
Per gli spumanti metodo 'Charmat' o Martinotti si consiglia la mezza flûte, bicchiere simile ma più corto e stretto adatto a perlage meno raffinati caratterizzati da bollicine più grandi. | |
Spumanti a metodo classico e Champagne
Flute a pancia più larga per garantire un
miglior sviluppo dei profumi complessi grazie ad una migliore
ossigenazione.
| |
Vino dolce e passito
È necessario qui concentrare al massimo gli intensi profumi
dei vini da dessert. La sagoma tende a dirigere il vino nella parte
posteriore della bocca, proprio perché un eccessivo contatto con la punta della lingua
esalterebbe troppo i sapori dolci, rischiando di rendere il vino
stucchevole
| |
TIBERIO ED IL SUO SANGIOVESE
Vitigno tipico Toscano - quasi certamente il vitigno maggiormente coltivato in Italia - che deriva da uva veramente sorprendente che presenta polpa succosa e zuccherina.
È vino che presta una longevità tale da acquistare maggior consistenza con il passare degli anni.
Non sono un grande estimatore di questo vino, ma il mio personalissimo gusto non mi preclude di riconoscere in questo prodotto di Tiberio una professionalità ed abilità indiscutibili: l'acidità innata di questo vitigno è addomesticata senza forzare l'equilibrio sostanziale
È un vino da apprezzare, che viene prodotto solo da uve dei suoi vigneti, senza uso di lieviti selezionati ed enzimi.
Rimane il vino per pietanze della tradizione Toscana.
VARIETA’ E INFORMAZIONI DI VENDEMMIA
Denominazione: Colli della Toscana Centrale, Sangiovese i.g.t. “TIBERIO” 2006
Varietà: 100% Sangiovese
Vigneti: area di produzione del Chianti docg
Inizio Vendemmia: 1 Ottobre 2006
Produzione: 300 hl
Bottiglie: 40,000 da 750 ml
VINIFICAZIONE
Uva totalmente separata dai raspi e pigiata all’80% in tini da 150 hl con rimontaggi giornalieri, senza uso di lieviti ed enzimi
Tempo della prima fermentazione:15 giorni, svinatura, separazione delle fecce e fermentazione Malo- Lattica spontanea.
AFFINAMENTO E IMBOTTIGLIAMENTO
8 mesi in barriques di rovere francese
GRADO ALCOLICO
13,2% Vol.
ABBINAMENTI
Arrosti, grigliate di carne e stufati. Ottimo per Fritture e Bistecca alla fiorentina
Prendetelo, non è il solito Sangiovese
LA MALVASIA NERA DI TIBERIO
Malvasia sottende numerosi cultivar di Malvasia- forse sarebbe più corretto parlare di «Malvasie» - che si differenziano notevolmente tra loro sia morfologicamente che per colore, sapore e composizione biochimica del frutto nonché per precocità di maturazione, produttività ed attitudine alla vinificazione.
Tra queste «Malvasie», dunque, Tiberio coltiva e produce con grande successo la Malvasia nera che un vino che si caratterizza per colore, sapore ed un gusto notevolmente particolare.
Uva tipica Toscana, questa vanta origini etrusche ed ha buccia sottile, sapore semplice ed equilibrato.
Risulta piacevole con profumi fruttati ed eleganti.
Viene prodotto solo da uve che Tiberio possiedesenza uso di lieviti selezionati ed enzimi.
Denominazione: Colli della Toscana Centrale, Malvasia Nera i.g.t. “TIBERIO” 2006
Varietà: 100% Malvasia Nera
Vigneti: Area di produzione del Chianti docg
Inizio Vendemmia: 27 Settembre 2006
Produzione: 40 hl
Bottiglie: 5000 da 750 ml
Vinificazione: Uva totalmente separata dai raspi e pigiata all’80% in tini da 18 hl con rimontaggi giornalieri. Senza uso di lieviti ed enzimi.
Tempo della prima fermentazione: 15 giorni, svinatura, separazione delle fecce e fermentazione Malo- Lattica spontanea.
Invecchiamento e Affinamento: 12 mesi in barriques di rovere francese
Grado alcolico: 13,2% vol.
Abbinamenti: Per tutti i tipi di secondi piatti della nostra tradizione Toscana Naturalmente arrosti e bistecca alla fiorentina
Intringante!
IL CANAIOLO
Il Canaiolo, quando viene vinificato in purezza, produce un vino avente colore rosso rubino
carico, corposo, piuttosto alcolico e con sapore amarognolo. Astringente per certi versi. Il suo bouquet denuncia una fragranza di amarene surmature ed una leggera nota erbacea.
Questo
particolare profumo emerge piacevolmente negli uvaggi con il Sangiovese - è il caso del Chianti - rendendo più ampio e complesso il profumo e con analoghi, positivi riflessi sul
gusto.
Al palato si
presenta di corpo pieno, morbido e vellutato, nell'insieme aromatico seppure con una lieve astringenza nel finale.
Per la sua
spiccata attitudine ad essere vinificato in uvaggio, specialmente con il
Sangiovese, lo si trova frequentemente nei disciplinari doc e docg di molti
importanti vini rossi di Toscana: lo si ritrova infatti nelle docg Chianti, Chianti
Classico, Vino Nobile di Montepulciano, Torgiano Rosso Riserva, e nelle doc Carmignano, Colli del'Etruria Centrale, Montecarlo, Rosso di Montepulciano, San
Gimignano.
Il Canaiolo di Tiberio, vinificato scrupolosamente e senza uso di lieviti selezionati ed enzimi, dovrebbe essere il primo passo per comprendere correttamente, per esempio il Chianti stesso: il suo apporto è così importante in questo uvaggio che andrebbe gustato in purezza per poterne godere gli indubitabili meriti.
Denominazione: Colli della Toscana Centrale, Canaiolo i.g.t. “TIBERIO” 2006
Varietà: 100% Canaiolo
Vigneti: area di produzione del Chianti docg
Inizio Vendemmia: 29 Settembre 2006
Bottiglie: 5000 da 750 ml
Vinificazione: Uva totalmente separata dai raspi e pigiata all’80% in tini da 18 hl con rimontaggi giornalieri, senza uso di lieviti ed enzimi
Tempo della prima fermentazione: 15 giorni, svinatura, separazione delle fecce e fermentazione Malo- Lattica spontanea.
Invecchiamento e Affinamento: 12 mesi in barriques di rovere francese
Grado Alcolico: 13 % vol.
Abbinamenti: Per grandi pietanze della cucina tradizionale Toscana (arrosti e stufati)
Per il disciplinare degli uvaggi citati sopra: http://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4625
Deve entrare in cantina!
martedì 14 agosto 2012
NOCENS
Uvaggio prodotto nei Colli della Toscana Centrale (è uno IGT) assemblando in eguali proporzioni Cabernet Sauvignon e Canaiolo.
Durante la vendemmia l'uva viene totalmente separata dai raspi e dunque pigiata per l’80% in tini da 18 hl.
Seguono poi quindici giorni di fermentazione con rimontaggi giornalieri, senza l'utilizzo di lieviti ed enzimi.
Dopo la svinatura “Governo all’uso Toscano” (uva scelta in pre vendemmia e appassita), si verifica una seconda fermentazione tumultuosa della massa.
L'affinamento avviene in barrique di rovere francese da 225 litri per un periodo di 12 mesi. Una volta imbottigliato, in bottiglie da 750 ml, riposa ancora del tempo prima della commercializzazione.
Proprio perché non filtrato, è possibile rinvenire dei sedimenti naturali in bottiglia.
Il colore di questo vino sicuro è nettamente scuro, caratteristica tipica dei vitigni componenti il blend, è manifesta un profumo ben sviluppato.
Al gusto presenta un ottimo equilibrio tannico ed una notevole persistenza aromatica.
Pulito e netto è ideale per arrosti e grigliate di carne, piatti piccanti, formaggi e cacciagione.
Trova la sua piena affermazione con stufati della tradizione toscana e con la celebre bistecca alla fiorentina.
Un vino da tenere nella propria cantina!
Durante la vendemmia l'uva viene totalmente separata dai raspi e dunque pigiata per l’80% in tini da 18 hl.
Seguono poi quindici giorni di fermentazione con rimontaggi giornalieri, senza l'utilizzo di lieviti ed enzimi.
Dopo la svinatura “Governo all’uso Toscano” (uva scelta in pre vendemmia e appassita), si verifica una seconda fermentazione tumultuosa della massa.
L'affinamento avviene in barrique di rovere francese da 225 litri per un periodo di 12 mesi. Una volta imbottigliato, in bottiglie da 750 ml, riposa ancora del tempo prima della commercializzazione.
Proprio perché non filtrato, è possibile rinvenire dei sedimenti naturali in bottiglia.
Il colore di questo vino sicuro è nettamente scuro, caratteristica tipica dei vitigni componenti il blend, è manifesta un profumo ben sviluppato.
Al gusto presenta un ottimo equilibrio tannico ed una notevole persistenza aromatica.
Pulito e netto è ideale per arrosti e grigliate di carne, piatti piccanti, formaggi e cacciagione.
Trova la sua piena affermazione con stufati della tradizione toscana e con la celebre bistecca alla fiorentina.
Un vino da tenere nella propria cantina!
lunedì 13 agosto 2012
DOPO SCIORIO IN PIEMONTE, TIBERIO IN TOSCANA
Un'altra realtà sostanziale, non prigioniera del «tributo alla leggenda» che offre una produzione limitata e selezionate di vitigni - uno dei quali, tra l'altro, alla base della produzione di un uvaggio molto non solo in Italia, ovvero il Chianti.
L'affinamento avviene solitamente in barrique, il cui intervento per nulla invasivo, contribuisce a recare loro aromi e sapori tipici.
Non è, infatti, corretto ritenere che l'utilizzo della barrique sia per forza destinato a tacere qualche imperfezione importante del vino, piuttosto se usato - come qui avviene - come integratore del lavoro che viene fatto comunque in vigna, si rivela una cassa di risonanza per l'armonia che contraddistingue quel determinato vino.
La produzione di Tiberio è incentrata su tre mono-vitigni rossi toscani, quali Sangiovese, Canaiolo e Malvasia Nera, e su un blend composto da Cabernet Sauvignon e Canaiolo, il cui nome è Nocens.
Sono questi quattro vini che procederò a degustare nei prossimi post.
Visitate intanto il sito http://www.tiberiowine.com/index.htm e ricordate che questo produttore a ricevuto riconoscimenti ed ha partecipato con i suoi vini ad eventi celebri:
Per merito di qualità è stato ammesso all’esposizione permanente dell’Enoteca Italiana di Siena
Premiato al Giro gustando della provincia di Siena 2004, 2005, 2006 e 2007
Ha partecipato alla Selezione vini della Regione Toscana
È stato presente con i suoi vini al Festival del Cinema Biennale di Venezia 2005, 2006, 2007
L'affinamento avviene solitamente in barrique, il cui intervento per nulla invasivo, contribuisce a recare loro aromi e sapori tipici.
Non è, infatti, corretto ritenere che l'utilizzo della barrique sia per forza destinato a tacere qualche imperfezione importante del vino, piuttosto se usato - come qui avviene - come integratore del lavoro che viene fatto comunque in vigna, si rivela una cassa di risonanza per l'armonia che contraddistingue quel determinato vino.
La produzione di Tiberio è incentrata su tre mono-vitigni rossi toscani, quali Sangiovese, Canaiolo e Malvasia Nera, e su un blend composto da Cabernet Sauvignon e Canaiolo, il cui nome è Nocens.
Sono questi quattro vini che procederò a degustare nei prossimi post.
Visitate intanto il sito http://www.tiberiowine.com/index.htm e ricordate che questo produttore a ricevuto riconoscimenti ed ha partecipato con i suoi vini ad eventi celebri:
Per merito di qualità è stato ammesso all’esposizione permanente dell’Enoteca Italiana di Siena
Premiato al Giro gustando della provincia di Siena 2004, 2005, 2006 e 2007
Ha partecipato alla Selezione vini della Regione Toscana
È stato presente con i suoi vini al Festival del Cinema Biennale di Venezia 2005, 2006, 2007
ORDINARE INSIEME CONVIENE
Le aziende vitivinicole che andremo ad ospitare in questo blog, sono delle realtà che ben difficilmente potremo trovare nella grande distribuzione, pertanto per ottimizzare soprattutto i costi di spedizione, sarebbe possibile veicolare le richieste in un unico ordine da inviare al produttore del caso.
Per questo ho pensato di offrire la mail di questo blog per una simile evenienza, garantendo il massimo della trasparenza ovvero fungendo solo da tramite.
Si potrebbe addirittura fungere da agenti territoriali - ognuno per la propria zona - e raggruppare gli ordini e trasmetterli all'azienda in maniera omogenea.
PENSATECI
Per questo ho pensato di offrire la mail di questo blog per una simile evenienza, garantendo il massimo della trasparenza ovvero fungendo solo da tramite.
Si potrebbe addirittura fungere da agenti territoriali - ognuno per la propria zona - e raggruppare gli ordini e trasmetterli all'azienda in maniera omogenea.
PENSATECI
sabato 11 agosto 2012
Disciplinari di Produzione
A seguire il collegamento ai disciplinari di produzione del vino fornito dal Ministero dell'Agricoltura italiano.
Entrandovi, si potranno trovare in rigoroso elenco alfabetico tutti i documenti in merito.
Buona consultazione
http://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4625
Entrandovi, si potranno trovare in rigoroso elenco alfabetico tutti i documenti in merito.
Buona consultazione
http://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4625
SCIORIO - AZIENDA VITIVINICOLA DI GOZZELINO MAURO
È con grande piacere che alla fine di queste precedenti degustazioni, mi accingo a presentare Sciorio, l'artefice di quei splendidi vini appena degustati e presentati in rete.
È un'azienda solida che getta le basi del proprio crescente successo, anche all'estero, in vigna, attraverso un'attenta lavorazione priva di interventi artificiosi e paziente dei ritmi della naturale.
La complessa ricchezza del terreno che lavorano è ceertamente
Una politica dei prezzi onesta e trasparente, come onesto è il loro lavoro, per certi aspetti paragonabile ad uno dei suoi vitigni, il furmija. I prodotti sono veramente interessanti e meritano l'attenzione via via crescente che tributa loro il mercato.
Il nome Sciorio è in realtà un toponimo a Costigliole d'Asti ed identifica un preciso luogo che si estende su una fiancata di una collina.
Il terreno posseduto si compone di circa 6 ettari ricoperti in parte, da vecchi vigneti di Barbera, ed in parte da altri nuovi tra questi si trovano quelli del Cabernet Sauvignon, Syrah, Chardonnay e Sauvignon Blanch.
L'azienda inoltre ha ricevuto una serie di riconoscimenti:
The estate owned by the Gozzelino brothers has a short but excellent list with two Barberas, a cabernet based Monferrato Rosso and a sauvignon based Monferrato Bianco.
Barbera, of course, is the star for Costigliole and is it's acknowledged home.
Local growers often affectionately refer to the grape as the “lady in red”.
The two Monferratos reflect a legitimate, but cautious, move to open up to the outside world. The DOC production protocol is fairly loose and producers can take a few liberties using international varieties, sometimes with pleasing results.
But now let’s set theory aside and take a look at the results of this year’s tastings. Barbera Vigna Beneficio ’04 is on top form. Its deep ruby accompanies a nose that has coped well with long ageing in oak and a dense, full-bodied palate that is potent but not overpowering and finishes in style. Sciorio, another ’04, is almost as good as its stablemate, showing similarly fragrant but less balanced overall. Monferrato Rosso, from cabernet, displays varietal vegetal and spicy notes while the
È un'azienda solida che getta le basi del proprio crescente successo, anche all'estero, in vigna, attraverso un'attenta lavorazione priva di interventi artificiosi e paziente dei ritmi della naturale.
La complessa ricchezza del terreno che lavorano è ceertamente
Una politica dei prezzi onesta e trasparente, come onesto è il loro lavoro, per certi aspetti paragonabile ad uno dei suoi vitigni, il furmija. I prodotti sono veramente interessanti e meritano l'attenzione via via crescente che tributa loro il mercato.
Il nome Sciorio è in realtà un toponimo a Costigliole d'Asti ed identifica un preciso luogo che si estende su una fiancata di una collina.
Il terreno posseduto si compone di circa 6 ettari ricoperti in parte, da vecchi vigneti di Barbera, ed in parte da altri nuovi tra questi si trovano quelli del Cabernet Sauvignon, Syrah, Chardonnay e Sauvignon Blanch.
L'azienda inoltre ha ricevuto una serie di riconoscimenti:
The estate owned by the Gozzelino brothers has a short but excellent list with two Barberas, a cabernet based Monferrato Rosso and a sauvignon based Monferrato Bianco.
Barbera, of course, is the star for Costigliole and is it's acknowledged home.
Local growers often affectionately refer to the grape as the “lady in red”.
The two Monferratos reflect a legitimate, but cautious, move to open up to the outside world. The DOC production protocol is fairly loose and producers can take a few liberties using international varieties, sometimes with pleasing results.
But now let’s set theory aside and take a look at the results of this year’s tastings. Barbera Vigna Beneficio ’04 is on top form. Its deep ruby accompanies a nose that has coped well with long ageing in oak and a dense, full-bodied palate that is potent but not overpowering and finishes in style. Sciorio, another ’04, is almost as good as its stablemate, showing similarly fragrant but less balanced overall. Monferrato Rosso, from cabernet, displays varietal vegetal and spicy notes while the
Azienda
Vitivinicola di Gozzelino MauroVia
Asti-Nizza, 87
Costigliole d’Asti AT 14055
Telephone +39 0141 966610
info@sciorio.com
Costigliole d’Asti AT 14055
Telephone +39 0141 966610
info@sciorio.com
giovedì 9 agosto 2012
ANTICO VITIGNO
Tra i vitigni non autoctoni che trovano spazio nella
proprietà dell’azienda Sciorio, c’è pure il Cabernet Sauvignon, celebre
componente del «taglio bordolese» che non abbisogna di ulteriori spiegazioni.
Probabile incrocio del Cabernet Franc con il Sauvignon
Blanch pare che esso sia stato impiantato nella zona di Costigliole d’Asti
attorno al 1700 e da quel tempo esso è stato vinificato senza evidenti
modifiche nel suo Disciplinare di Produzione.
Quello che Mauro e Beppe offrono, è la piacevolezza di un
vino importante, di cui si può sentire in bocca l’armoniosa complessità
derivata anche dall’invecchiamento i barrique di rovere francese per circa 24
mesi.
Perfetto!
Ho bevuto:
Antico Vitigno del 2005
Monferrato rosso d.o.c. prodotto a Costigliole d’Asti
Da uve Cabernet Sauvigon al 100% con gradazione alcoolica
pari a13.5%
Le uve raccolte in cassette vengono selezionate per poi
affrontare la pigia-dirasputura e quindi venir fate fermentare in cemento.
Invecchia per 24 mesi in barrique di rovere e poi si affina
ulteriormente per almeno 24 mesi in bottiglia.
La vendemmia avviene agli inizi di ottobre
Per eventuali ordini, utilizzare la p.e. del blog
VIGNA FORMICA o FURMIJA
Altro monovitigno di Sciorio è quello che svolge la
produzione dello Syrah, altro interessante vitigno che ultimamente sta
guadagnando una importante fetta di mercato e soprattutto incontrando il favore
dei palati più attenti.
In sé questa vite presenta una notevole longevità ed è
dotata di ampia adattabilità climatica: basti pensare in Italia alle regioni in
cui questo viene prodotto (Sicilia, Puglia, Lazio, Toscana, Piemonte).
Il prodotto è un vino squisito per sapore e concentrazione,
ma soprattutto intrigante quali sono le note di pepe nero e gomma bruciata che
esso emana.
Si accompagna straordinariamente con molti piatti di carne e
selvaggina da pelo: se viene bevuto non troppo maturo potrebbe essere associato
anche a piatti di pesce dal sapore robusto e saporito, meglio se cucinati in
sughi e gusti.
Stupendo.
Ho bevuto:
Vigna Formica del 2007
Monferrato Rosso d.o.c.
Prodotto a Costigliole d’Asti con uve 100% Syrah
Gradazione alcoolica pari a 14.00%
Uve selezionate in cassetta con successiva pigia-diraspatura
e fermentazione in cemento.
In barrique per 24 mesi e affinamento in bottiglia per altri
minimo 24 mesi
Si vendemmia verso la metà di settembre e poggia su terreno
argilloso-calcareo.
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REGINAL OVVERO L'ORCHESTRA DI VINO
Uvaggio rosso in cui si assemblano Barbera, Cabernet
Sauvignon e Syrah con risultati ragguardevoli. Questo è l’unico blend di «casa»
Sciorio che sorprende dopo averlo stappato.
Il vino unisce alla corposità e alla morbidezza una
longevità straordinaria, tanto da destare piacevole stupore nei palati più
attrezzati.
Il metodo di vinificazione che Sciorio applica nella
produzione dei tre mono-vitigni viene sublimato in questo attento blending che
ripaga le fatiche occorse di questi impagabili vignaioli.
Se le premesse gettate dai tre vini componenti il Reginal
erano già più che incoraggianti, quanto deriva da questo uvaggio potrebbe
essere addirittura scontato.
Nella degustazione della produzione di Sciorio, infatti,
l’avevo lasciato per ultimo e questo in forza di una precisa tabella di marcia
o se si vuole, di un preciso itinerarium ad vinum: dai monovitigni all’uvaggio
per capire prima la parte e poi per ritrovarla nel tutto.
Un ascolto sincero e profondo del Reginal permette di
rinvenirvi i sapori della Barbera, gli accenti dello Syrah ed il fondo del
Cabernet Sauvignon.
Superbo!
Ho bevuto
Reginal del 2006
Monferrato Rosso d.o.c.
Prodotto a Costigliole d’Asti da uve Barbera, Cabernet
Sauvignon e Syrah
Gradazione alcoolica pari a 14%
Vinificazione che principia dalla selezione delle uve
raccolte in cassette, pigia-diraspatura e fermentazione in cemento. Segue
maturazione in barrique per 39 mesi.
Si affina in bottiglia per almeno 12 mesi.
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mercoledì 8 agosto 2012
SCIORIO di SCIORIO
È una Barbera superiore che come prevede il disciplinare
(inserire ling al disciplinari alla fine della degustazione), invecchia in
botti di rovere di Slavonia con una capacità di 20 ettolitri per un periodo
minimo di 12 mesi.
Proviene dalla raccolta delle uve più mature della Barbera
coltivata da questa azienda vitivinicola ai confini tra Langhe e Monferrato
Si presenta come un vino puro e classico che non viene
ostacolato nel suo naturale processo di affinamento dei tannini. Si ottiene
così una Barbera potente e suadente adatta soprattutto alle pietanze più
importanti a base di carne.
Non disdegna però un approccio meditativo da ballon,
soprattutto se gustato in compagnia di amicizie consolidate e franche.
Chi ritiene che la Barbera sia unicamente mossa e giovane, deve bere
Sciorio di Sciorio per cambiare idea e fare pubblica ammenda!
Ho bevuto:
Sciorio di Sciorio
Barbera d’Asti Superiore d.o.c. del 2004
Prodotto a Costigliole d’Asti da uve Barbera al 100%
Gradazione alcoolica di 14.00%
Vinificazione da selezione delle uve raccolte in cassette e
pigiatura soffice mediante pigiadiraspatrice a rulli. Fermenta in cemento,
invecchia in botti Slavonia da 20 hl e si affina ulteriormente in bottiglia per
almeno 12 mesi
Il terreno è argilloso-calcareo con diradamento a inizio
agosto e vendemmia a fine settembre
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UN LASCITO CHE È DIVENTATO VIGNA BENEFICIO
Vigna Beneficio è una sontuosa Barbera prodotta da grandi
ceppi di vite, longevi che producono piccoli e non numerosi grappoli d’uva, che
Mauro e Giuseppe Gozzellino vinificano in barrique.
È un vino destinato a godere di lunga vita e a sfoggiare una
grande potenza non solo al primo assaggio, ma nella successiva degustazione.
Il gusto è pervasivo e pieno, ampio e cortese: invita alla
calma e all’attenzione per i ritmi della natura, per ammirarne infine i
complessi processi di trasformazione di un acino di uva in una superba Barbera.
Ottima con la carne sia in versione culinaria piemontese che
toscana.
Ho bevuto:
Vigna Beneficio del 2006
Barbera d’Asti Superiore d.o.c. prodotta a Costigliole
d’Asti
Composta da Barbera al 100% offre una gradazione i 14.50%
Vinificato, selezionando le uve raccolte in cassette, è
sottoposto a pigiatura soffice con pigiadiraspatrice a rulli e fermenta in
botti di cemento. Invecchia in barrique per 24 mesi minimo e si affina ancora
per almeno 24 mesi in bottiglia
Terreno argilloso-calcareo
Vendemmia a inizio ottobre
Per il Disciplinare di Produzione consultare:
http://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4625
http://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4625
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martedì 7 agosto 2012
SAUVIGNON BLANCH
Vitigno bordolose da parecchio impiantato nel Monferrato,
offre un aroma erbaceo entrante e molto profumato di muschio.
Nella sua
complessità, però, si uniscono sentori agrumati e di uva spina.
Vellutato e cortese, presenta una certa facilità di beva
potendo spaziare dall’aperitivo alle zuppe di verdure, dai piatti di pesce del
Tirreno, contraddistinti da una salinità decisa che controbilancia con una sua
amabilità di fondo, alle tartare di pesce.
Per la sua complessità, lo proverei addirittura, perché no, in accompagnamento alla pasticceria secca: curabien e
paste sfoglie alla crema di limone.
Ho bevuto:
Sauvignon Blanch
Monferrato Bianco d.o.c.
Prodotto nel 2009
a Costigliole d’Asti da SCIORIO
Sauvignon Blanch 100%
Gradazione alcoolica 14.00%
Vinificato selezionando l’uva raccolta in cassette, tramite
pressatura soffice e fermentazione in acciaio. Matura sul lie per qualche mese
e si affina in bottiglie per 3 mesi circa.
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PRASCA lo CHARDONNAY di SCIORIO
Vitigno internazionale noto a tutti, lo Chardonnay sembra
non riservare più sorprese e quindi spesso viene bevuto senza la necessaria
attenzione proprio perché non dovrebbe essere il vitigno a destare l’interesse
dell’utente bensì l’azienda vinicola che l’ha prodotto.
Questo significa che le potenzialità di questo nobile
vitigno non si manifestano senza una attenta lavorazione in vigna ed una
imprescindibile conoscenza del territorio su cui esso si sviluppa.
Sciorio, nella sua zona a cavallo tra Langhe e Monferrato,
vinifica in acciaio (e a temperatura controllata) lo Chardonnay esaltando
sentori di pesca, ananas e papaja su di un tappeto di petali di rose.
Un bouquet che non esautora comunque la complessità del
vino, che mantiene invece un assoluto equilibrio tra profumo, acidità,
freschezza e corposità. Una corposità che è figlia della composizione della
terra su cui si innerva e che si rinviene in una sottile nota di mandorla
matura sul finire del sorso.
Ho bevuto un:
Prasca
Piemonte Chardonnay d.o.c.
Prodotto a Costigliole d’Asti nel 2009
Chardonnay 100%
Gradazione alcoolica pari a13.00%
Da uve selezionate raccolte in cassette, con pressatura
soffice e fermentazione in acciaio a temperatura controllata. Viene lasciato maturare
sur lie per alcuni mesi e si affina in bottiglia per almeno 3 mesi.
Il terreno è argilloso e calcareo e la vendemmia avviene a
metà settembre
Il produttore è Sciorio, azienda vitivinicola di Gozzelino MauroPer ordinare, utilizzare la p.e. del blog
lunedì 6 agosto 2012
PIEMONTE BARBERA di SCIORIO
La Piemonte Barbera d.o.c. di Sciorio è un vino accattivante adatto a sfatare il pregiudizio che vorrebbe la barbera solo mossa e risolutamente giovane, anzi super giovane: ma il Piemonte non è l'Emilia e la tenacia dei viticoltori piemontesi si intravvede proprio nella barbera.
Questo vino, che in bocca si caratterizza per una freschezza di profumo, lascia da subito presagire la robustezza del suo corpo e la sua predisposizione all'invecchiamento.
Bevuto giovane, invito sotteso proprio da questa bottiglia, risulta versatile sia come aperitivo che come vino da tutto pasto.
Attenzione però, non ama il bere modaiolo e nemmeno i glitter della movida cittadina mentre preferisce i palati educati di un enoteca autentica o di eno-turisti alla ricerca di una produzione vinicola autentica, che si concentra di più sul vino che sul marketing.
Io ho bevuto direttamente nell'azienda Sciorio un Piemonte Barbera del 2011: magnifico come concezione e perfetto come realizzazione.
Piemonte Barbera d.o.c.
2011
prodotto a Costigliole d'Asti
100% barbera
13,50 % di gradazione alcoolica
vinificazione con scelta delle uve raccolte a mano, pigia diraspatura e fermentazione in botti di cemento
viene affinato per almeno 3 mesi in bottiglia (fino a 12 mesi)
vendemmia a metà settembre
fermentazione con lieviti autoctoni
terreno argilloso-calcareo
vitigno esposto ad ovest a 279 m.s.l.m
Per consultare il Disciplinare di Produzione:
http://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4625
Per eventuali ordini, utilizzare la mail di questo blog
Questo vino, che in bocca si caratterizza per una freschezza di profumo, lascia da subito presagire la robustezza del suo corpo e la sua predisposizione all'invecchiamento.
Bevuto giovane, invito sotteso proprio da questa bottiglia, risulta versatile sia come aperitivo che come vino da tutto pasto.
Attenzione però, non ama il bere modaiolo e nemmeno i glitter della movida cittadina mentre preferisce i palati educati di un enoteca autentica o di eno-turisti alla ricerca di una produzione vinicola autentica, che si concentra di più sul vino che sul marketing.
Io ho bevuto direttamente nell'azienda Sciorio un Piemonte Barbera del 2011: magnifico come concezione e perfetto come realizzazione.
Piemonte Barbera d.o.c.
2011
prodotto a Costigliole d'Asti
100% barbera
13,50 % di gradazione alcoolica
vinificazione con scelta delle uve raccolte a mano, pigia diraspatura e fermentazione in botti di cemento
viene affinato per almeno 3 mesi in bottiglia (fino a 12 mesi)
vendemmia a metà settembre
fermentazione con lieviti autoctoni
terreno argilloso-calcareo
vitigno esposto ad ovest a 279 m.s.l.m
Per consultare il Disciplinare di Produzione:
http://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4625
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