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giovedì 23 agosto 2012

LA BONARDA CHE NON TI ASPETTI

Vitigno che spesso è stato frainteso con la Croatina o l'Uva Rara, si presenta con un colore molto carico ed è dotato di buona sapidità: è la  Bonarda di Chieri o Bonarda del Monferrato.
Il cultivar è particolarmente presente nelle province di Torino e Asti, ma non disdegna nemmeno il Pinerolese, la Valsusa ed il Canavese.
Per fugare ogni dubbio in merito alla sua specificità, il Di Rovasenda, nel 1877, ne da una descrizione precisa sottolineando la sua differenza dalle false bonarde.
Emana profumo intenso e morbido, spesso bevuto giovane e mosso.
Il germoglio bianco-verdastro con tratto apicale interamente rosso. Il grappolo è medio-grande o grande, leggermente spargolo, con due o tre ali.
redilige potatura mista (Guyot) ma si adatta anche a quella corta. I terreni migliori sono quelli argillosi, non molto fertili.
Rientra nella composizione di molti uvaggi, solitamente con altre uve più spigolose, ma si presta pure alla vinificazione in purezza, quale è il caso di El Matt di Ricci.
Un sapore deciso e pieno con il contributo alcoolico correttamente stemperato da un primo impatto acido e vinoso che muta poi in sapori caldi e vellutati.
Da assaggiare.

Ho bevuto:


El Matt di Carlo Daniele Ricci
Anno: 2009
Zona: Alto Monferrato
Uve e vitigni: Bonarda 100%
Denominazione: Piemonte
Colore: Rosso
Gradazione: 14 °
Bottiglia: 75 cl

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